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La Befana napoletana

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Benvenuti al primo appuntamento del nuovo anno con la rubrica: “π‘΅π’‚π’‘π’π’π’Š π’‚π’π’•π’Šπ’„π’‚: π’”π’•π’π’“π’Šπ’‚, π’‚π’π’†π’…π’…π’π’•π’Š 𝒆 π’„π’–π’“π’Šπ’π’”π’Šπ’•π’‚'”

Dal termine Epifania, usato dai Greci, per indicare il segno palesato da una divinitΓ , per comunicare la sua presenza, Γ¨ derivato quello popolare di Befana, l’ignota vecchietta che il 6 gennaio, a cavallo di una scopa, porta doni ai bambini.

Secondo la leggenda, i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a GesΓΉ Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni a una vecchina. L’anziana donna indicΓ² loro la strada, ma, alla richiesta dei Re Magi, ella non li volle accompagnare.

In seguito la donna venne a sapere chi fosse il bambino che i Re Magi cercavano, si pentì di non averli accompagnati e preparò subito un grande cesto di dolci. Nella speranza di incontrare il Bambinello, si fermò poi a ogni casa in cui viveva una piccola creatura, donando i dolciumi.

A Napoli l’Epifania ha una tradizione secolare. La festivitΓ  Γ¨ molto attesa e gli eventi in suo onore animano le strade e le piazze della cittΓ , la piΓΉ conosciuta tra queste ultime Γ¨ Piazza Mercato.

La piazza Γ¨ tristemente nota per le esecuzioni capitali, tra cui Corradino di Svevia e Luisa Sanfelice. Lo stesso luogo Γ¨ celebre anche per essere stato teatro della rivoluzione di Masaniello.

Da otto secoli, dall’inizio dell’anno fino alla notte del 5 gennaio, Piazza Mercato si riempie di famiglie alla ricerca di giocattoli. La grande piazza partenopea Γ¨ gremita di tradizionali casette in legno, colme di dolci e giocattoli, con l’aggiunta di musica e cibo di strada.Β Non molto tempo fa, da padrone lo faceva ‘o broro ‘e purpo, il piΓΉ importante rimedio naturale per i malanni di stagione.

La notte del 5 gennaio in questa piazza si respira una magia particolare. Il fascino dell’odore del mare a poca distanza, l’incanto di un cielo spesso stellato, il prodigio di trasformare, almeno per una notte, gli adulti in bambini porta a sentire la voce di una vecchina che mormora: “πΏπ‘Ž π΅π‘’π‘“π‘Žπ‘›π‘Ž 𝑣𝑖𝑒𝑛 𝑑𝑖 π‘›π‘œπ‘‘π‘‘π‘’, π‘π‘œπ‘› 𝑙𝑒 π‘ π‘π‘Žπ‘Ÿπ‘π‘’ 𝑑𝑒𝑑𝑑𝑒 π‘Ÿπ‘œπ‘‘π‘‘π‘’, π‘π‘œπ‘› 𝑙𝑒 π‘‘π‘œπ‘π‘π‘’ π‘Žπ‘™π‘™π‘Ž π‘ π‘œπ‘‘π‘‘π‘Žπ‘›π‘Ž, π‘£π‘–π‘£π‘Ž π‘£π‘–π‘£π‘Ž π‘™π‘Ž π΅π‘’π‘“π‘Žπ‘›π‘Ž!”.

Saluti cordiali,

Pino Spera

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