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Ischia: turisti in fuga e il dramma dell’abusivismo edilizio

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ISCHIA – La notte è trascorsa insonne per l’isola di Ischia, ma le braccia dei soccorritori non si sono stancate. Hanno continuato incessantemente a scavare e a spostare le macerie per salvare quante più vite umane fosse possibile. C’è stato un lieto fine per Pasquale, un bimbo di soli sette mesi e per il suo fratellino Mattia, di cinque anni, estratti vivi dalle macerie. Non si sono fermate però perché c’era ancora Ciro, di undici anni, il terzo fratellino da recuperare, salvato dopo 14 ore di lavori. I tre bambini fortunatamente hanno trovato riparo sotto al crollo grazie a un letto. Nella notte i soccorritori hanno individuato il punto in cui erano e sono riusciti a passare loro dell’acqua attraverso i massi. Salvati dalle macerie anche i loro genitori, papà Alessandro e mamma Alessia, incinta.

È di queste immagini che adesso si ha bisogno per non abbandonarsi alla disperazione e alla rabbia. La disperazione per i due morti e il numero dei feriti che è aumentato a 39. La disperazione per i 2000 sfollati di Casamicciola e i 600 di Lacco Ameno. La disperazione e il terrore dei turisti che hanno preso d’assalto il primo traghetto per Pozzuoli in una partenza grottesca dal sapore di una vera e propria fuga da Ischia. A Forio invece non si registrano feriti e crolli.

E sebbene sia stato almeno riattivato l’Ospedale Rizzoli – evacuato nella notte per delle preoccupanti crepe -, alla disperazione si accompagna la rabbia. La rabbia di chi si domanda se ci sia una ragione che spieghi così tanti crolli e trova la triste risposta nell’abusivismo edilizio. I sindaci dei sei Comuni di Ischia colpiti replicano che si tratti di accuse infamanti, “rilevando che i crolli circoscritti alla zona colpita abbiano interessato per lo più strutture antiche e risalenti nel tempo, tra le quali finanche una chiesa già distrutta dal terremoto del 1883 e poi riedificata”.

Peccato tuttavia che ci sia un dossier sui reati ambientali costieri in Italia pubblicato da Legambiente nel 2016, il rapporto “Mare Monstrum”, in cui Ischia veniva menzionata tra le cinque zone in cui l’abusivismo edilizio è più imperante senza il benchè minimo freno. Sono infatti 600 le case che dovrebbero essere demolite e addirittura 27mila le pratiche di condono presentate negli ultimi trent’anni.

Si attende nel frattempo il prossimo Consiglio dei Ministri che si riunirà per l’attuale stato di emergenza dichiarato per il sisma. La Protezione civile comunica che “verranno messi a disposizione tutti gli strumenti straordinari necessari per fronteggiare la situazione”. In arrivo il Commissario nominato dalla stessa Protezione civile, d’intesa con la Regione Campania, per monitorare le attività. Speriamo che la politica e la burocrazia non si incartapecorino su stesse come al solito e che la solidarietà non si riduca ancora una volta a degli annoiati minuti di silenzio e a delle catene sui social per guadagnare like.

Di Valentina Mazzella

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