RECENSIONE – Per celebrare il suo decimo anniversario, “Interstellar” è tornato di nuovo nelle sale cinema. Ufficialmente dall’11 al 13 novembre, ma considerato il sold out delle tre date, molti cinema hanno scelto di prolungare la proiezione anche in altri giorni. Basta questa informazione a suggerire quanto l’iniziativa sia stata apprezzata dai fan. E non si tratta soltanto di un’operazione commerciale e di omologazione del pubblico. A quanto pare gli spettatori, se sanno di guardare un film che sicuramente apprezzeranno, sono sinceramente più spronati del solito nel recarsi in sala.
“Intestellar” è un capolavoro di Christopher Nolan del 2014. Il film, al tempo, ha ricevuto cinque nomination agli Oscar, tra cui la migliore scenografia e la colonna sonora originale di Hans Zimmer. Ha poi vinto il riconoscimento per i migliori effetti speciali. Non a caso ancora oggi, dopo un decennio, l’opera merita tantissimo. Oggi è già un cult per la critica e per i cinefili. Sul piano tecnico, sul piano narrativo e per l’interpretazione degli attori ha innumerevoli pregi. Conquista anche il pubblico che di solito non è appassionato di fantascienza.
Il cast è un vero fiore all’occhiello. Annovera nomi di calibro come: Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Jessica Chastain, Bill Irwin, Ellen Burstyn, Matt Damon e Michael Caine. Abbiamo addirittura due giovanissimi Mackenzie Foy e Timothée Chalamet. Nessuno delude le aspettative e sono tutti all’altezza del ruolo. I personaggi hanno una loro profondità psicologica dinnanzi al corso degli eventi narrati.
“Interstellar” racconta una realtà distopica in cui la Terra è progressivamente sempre meno vivibile. La stessa umanità ha i giorni contati. La scienza decide dunque di cercare delle alternative nello spazio. Il film propone la rappresentazione della possibile esistenza di altri pianeti al di fuori della nostra galassia. Narra di un viaggio incredibile alla ricerca di nuovi pianeti abitabili che, in realtà, diventa metafora di un viaggio interiore.
Gli esseri umani devono esplorare prima di tutto la propria anima. Non mancano riferimenti a complicate teorie scientifiche e formule matematiche, ma il messaggio più importante che “Interstellar” lancia risiede senz’altro nei pensieri condivisi a un certo punto dal Dottor Brand (Anna Hathaway): l’amore non deve necessariamente avere un’utilità sociale. Amiamo anche persone morte, anche persone che non vediamo da anni o che vivono a migliaia di chilometri di distanza da noi. Questo perché “L’amore è l’unica cosa che trascende lo spazio e il tempo”.
Di Valentina Mazzella