RECENSIONE — “Il segreto di Liberato” non svela l’identità del noto cantante mascherato. Abbastanza ovvio, sebbene contro ogni previsione di una fetta più ingenua di pubblico che credeva davvero possibile che il film rivelasse nome e cognome dell’artista, dopo anni di anonimato. “Il segreto di Liberato” però riserva un’altra sorpresa: permette ai fan, per quanto possibile, di amare ancora di più Liberato. Questo perché la sua visione suggerisce allo spettatore qualche briciola della storia della persona nascosta dietro la maschera. Non è tutto, ma è molto. Quanto basta per contestualizzare il percorso artistico del cantante ed empatizzare con il personaggio che non mostra mai il volto.
Il lungometraggio è stato diretto da Francesco Lettieri in collaborazione con Giorgio Testi. Il docufilm è stato realizzato avvalendosi dell’uso di diversi linguaggi espressivi. Nel cui montaggio sono inserite, per esempio, lunghe parti d’animazione disegnate da Giuseppe Squillaci e LRNZ. Non a caso l’opera è stata presentata anche al COMICON di Napoli lo scorso 25 aprile. Il doppiaggio dei personaggi animati è affidato alle voci dello stesso Liberato, di Simona Tabasco e Nando Paone. I dialoghi sono immancabilmente in napoletano: sarebbe stato strano il contrario. La pellicola è stata distribuita nelle sale, soltanto per una settimana, a partire dallo scorso 9 maggio. Ancora una volta l’insostituibile nove maggio. Del resto nel film viene ribadito: per Liberato ogni dettaglio è importante, ha un suo simbolismo. Quasi esistesse una sorta di “personale cabala di Liberato”.
Il film raccoglie le interviste a diversi collaboratori dello staff del cantante. Dà voce allo stesso regista Francesco Lettieri e a quanti nel suo team contribuiscono alla realizzazione dei videoclip delle sue canzoni. Nel concreto pochissimi conoscono per davvero il volto e l’identità di Liberato. Un numero ristretto di persone fidate. Ci sono spezzoni di intervista anche ad Adam Jendoubi, il giovane di Forcella che aveva recitato nei primi video musicali di Liberato del 2017. L’attore è morto lo scorso gennaio a soli 23 anni. Proprio a lui la produzione ha deciso di dedicare il film. Quelle parole “a Adam” sullo schermo nero ha commosso profondamente tutti.
“Il segreto di Liberato” non è composto soltanto da animazione e interviste. Raccoglie anche una vasta serie di backstage, video filmati nei camerini e dietro le quinte del palco. Alcuni anche dallo stesso Liberato prima di esibirsi in concerto. Sullo schermo guardiamo la sua sagoma rigorosamente volto coperto. Ne ascoltiamo la voce. Impariamo a conoscere un po’ della sua spontaneità, del suo umorismo e del suo spirito giocoso. “Il segreto di Liberato” non ci dice chi è veramente Liberato, ma senz’altro ci mostra un po’ della sua anima.
Il docufilm alterna il racconto di due storie. Le interviste e le clip ripercorrono la nascita di Liberato sul mercato discografico a partire dal 2017. Dal lancio su Youtube del primissimo video di “Nove maggio” alle reazioni della stampa, dal concerto alla rotonda Diaz del 9 maggio del 2018 all’ultimo straordinario concerto a Piazza del Plebiscito nel settembre del 2023. Senza trascurare il tour all’estero.
Le parti animate regalano, invece, un po’ di informazioni biografiche molto vaghe sulla persona che indossa la maschera: le sue passioni, i suoi sacrifici, la paura di non farcela, il senso di smarrimento, la sua ostinazione, un po’ del suo percorso di crescita e dei suoi amori. Come già detto, non abbiamo un nome e un cognome. Eppure non importa. Lo spettatore riesce lo stesso a entrare in sintonia con quella che sa essere una persona in carne e ossa. Il volto di Liberato non viene mostrato nemmeno nell’animazione. Anche nel disegno il suo viso è sempre coperto da un grande ciuffo di capelli. Oggi però al pubblico è stata consegnata la sua storia e Liberato appare un personaggio meno astratto.
Inutile dirlo, ne “Il segreto di Liberato”, anche altri due elementi sono di fondamentale importanza: Napoli e la musica. Senza di esse, Liberato non sarebbe neanche veramente Liberato. Le incantevoli panoramiche della città e dei suoi vicoli riempiono esteticamente gli occhi di bellezza. I brani del cantante cullano gli spettatori durante la visione. Regalo bonus è il lancio del nuovo singolo “LUCIA (STAY WITH ME)” inserito nel film nel finale.
“Il segreto di Liberato” menziona anche le molteplici teorie elaborate negli anni sul conto del cantante. La tesi di Nisida, la tesi dell’operazione di marketing delle multinazionali, la tesi dei molteplici Liberato, del progetto discografico studiato a tavolino, la tesi secondo cui in realtà sia Livio Cori, Calcutta o altri tanti nomi. Sorride di molte versioni. Resta tutto fumoso. Nomi fittizi. Dettagli imprecisi. E in fondo è giusto così. Importa davvero sapere chi sia Liberato? Il film lo spiega: Napoli è piena di misteri. Ognuno ha i suoi segreti e spesso va bene che restino tali. In realtà, come lo stesso Lettieri ha osservato, se la vera identità di Liberato venisse rivelata a tutti, probabilmente Liberato stesso cesserebbe di esistere.
Di certo Liberato è l’artista che porta la maschera nelle apparizioni pubbliche. Il mistero ha naturalmente contribuito ad accrescere la sua fama. Ma Liberato è anche e soprattutto ciò che la persona di cui non conosciamo il nome si è concesso di essere, senza freni, insicurezze e paure del giudizio. E alla fine va bene così: Liberato è soprattutto la sua musica capace di unire le due Napoli della tradizione. Il suo segreto? L’opposto del segreto di Pulcinella, spiega il film: tutti pensano di conoscerlo, ma nessuno l’afferra.
Di Valentina Mazzella