NAPOLI – Oggi Annalisa Durante avrebbe compiuto 34 anni. Il prossimo 27 marzo, invece, sarà il ventesimo anniversario della sua ingiusta scomparsa. Un dolore che per la famiglia Durante e per la città intera ancora rappresenta una ferita che sanguina. Un storia rimasta scolpita nella memoria della collettività.
Era il 27 marzo del 2004. Annalisa aveva soltanto 14 anni e viveva a Forcella, un quartiere centrale di Napoli, poco distante da Porta Capuana e dalla Stazione Centrale. Era sabato sera. Un sabato sera che poteva essere uguale a tanti altri, ma purtroppo a Scampia era in corso una faida tra il clan Di Lauro e quello dei cosiddetti scissionisti del sodalizio Amato-Pagano. Pochi giorni prima, il 24 marzo, era già stato ucciso Paolo Fabbricini (37 anni).
Quel sabato sera, il 27 marzo del 2004, inaspettatamente due scooter attraversano Forcella sfrecciando all’impazzata. In sella al primo siedono dei sicari che desiderano ammazzare Salvatore Giuliano (19 anni), “il rampollo” del clan che da anni controllava i traffici illeciti nel quartiere. Giuliano, dal suo scooter, risponde al fuoco dei sicari. Siamo nel pieno centro storico della città.
Proprio uno dei suoi proiettili colpisce Annalisa Durante. La ragazza è di pochi anni più giovane del boss. Sono entrambi cresciuti nello stesso quartiere, ma quel 27 marzo del 2004 Annalisa vi trova la morte. Non diventerà mai adulta. Il suo nome si aggiunge alla già lunga lista delle vittime innocenti della camorra. Una storia di ingiustizia e vergogna che ancora oggi i napoletani faticano a digerire.
Per questo oggi la famiglia della ragazza e la collettività si impegnano nel conservare vivo il ricordo di Annalisa e della sua vicenda. Già da molti anni a Forcella, nello spazio comunale dell’omonima piazza, esiste una biblioteca che porta il nome della 14enne, come fortemente voluto da suo padre. Puntualmente, in occasione degli anniversari, anche le istituzionali rammentano la tragedia della famiglia Durante affinché nessuno possa dimenticare.
In questi vent’anni Annalisa è diventata un simbolo per tutta Napoli. La sua giovane vita spezzata dalla criminalità alza un grido a nome di tutti i partenopei. In suo nome vengono promosse iniziative e progetti per diffondere i valori della cultura e della legalità tra le nuove generazioni. La sua memoria è un prezioso stimolo che sprona alla rinascita il quartiere di Forcella e tutte le realtà di degrado ed emergenza sociale della città. Incoraggia un risveglio autentico delle coscienze. Il ricordo di Annalisa resterà in questo modo vivo anche nel cuore di chi non ha avuto la fortuna di conoscerla.
Di Valentina Mazzella