Napoli “Il re è morto, Lunga vita al re!”,o dal francese “lë ru̯à è mòor, vìiv lë ru̯à” è una formula con cui nella monarchia francese si annunciava al popolo contemporaneamente la morte del re e l’avvento del suo successore, volendosi così affermare la continuità ininterrotta dell’istituto monarchico.
E’però una formula adatta anche alla Napoli calcistica di questi giorni.
Gonzalo Higuain, top player azzurro, uomo dei record, senza mai una dichiarazione e contro ogni previsione, finisce nella rosa della Juventus.
Tifosi in lutto, c’è chi brucia la maglia dell’argentino, chi la butta nel water.
Ma è davvero un dramma? Forse no.
Economicamente l’operazione è un “affararone”, e a guadagnarci non è certo la Juve.
Quasi 95 milioni nelle casse del Napoli e 7,5 milioni all’anno per quattro anni al Pipita: complessivi 125 milioni per un fuoriclasse assoluto, ma di 29 anni e forse arrivato quest’anno al top della sua carriera.
Certo Higuain i suoi gol li farà. Certo sarà decisivo. Ma per quanti anni? La Juve ammortizzerà contabilmente quest’acquisto? Si troverà bene in una squadra che non gira intorno a lui? E le sue crisi d’umore?
Dall’altro lato c’è un Napoli che incassa 95 milioni di euro. Un Napoli già forte, con gioco ed ossatura consolidati.
Se il mercato finisse oggi, il Napoli oscillerebbe tra il secondo e terzo posto, con la rosa attuale. Considerando che siamo a metà mercato con più di 100 milioni da spendere è tanta roba.
Si perché nella stessa sera in cui si piangeva Higuain, si applaudiva Gabbiadini, autore di una doppietta con il Trento. Due gol di pregevole fattura.
Un attaccante va comunque preso. Ma con il gioco di Sarri, basta uno che sappia buttarla dentro. E allora ecco i nomi di Bacca, Icardi, Kalinic, Milik, Tevez, Falcao, Diego Costa, Morata. Tutti profili che, negli schemi azzurri, con assist da ogni dove, farebbero non meno di 20 gol. E poi c’è sempre Gabbiadini.
Con 100 milioni si può costruire un grande Napoli, con un forte centrocampo e una lunga panchina, tenendo ben in conto un concetto: NOI NON SIAMO LA JUVE!
Non dobbiamo per forza colmare il gap con i bianconeri, che hanno ben altra dirigenza e maggiore fatturato, diversa visibilità e strutture, un passato glorioso e vincente. Insomma se non si preoccupano a Milano e Roma…
Noi siamo il Napoli, va benissimo lottare per i primi 3 posti, va benissimo partecipare alle competizione europee. Serve però che il presidente eviti inutili proclami e mancate promesse.
Quindi fiduciosi sarà un Napoli comunque competitivo. “Lë ru̯à è mòor, vìiv lë ru̯à!”
di Mario Civitaquale