RECENSIONE – Tenero, allegro e fiabesco il nuovo “Pinocchio” di Matteo Garrone. Un film assolutamente valido. Notevole per la fotografia, l’estetica delicata e i paesaggi proposti che incantano lo spettatore come il più bello dei libri illustrati. Benché la storia di Pinocchio la conoscano tutti, Garrone è riuscito a confezionare una produzione che rende ugualmente fresca e magica la visione delle avventure del burattino più conosciuto di sempre.
Non è secondario che questa trasposizione vanti inoltre un cast davvero d’eccellenza. In prima linea Roberto Benigni che torna al cinema con Collodi interpretando questa volta il caro vecchio Geppetto. La sua interpretazione è egregia. Benigni è “così Benigni” che in ogni scena in cui appare diventa subito il protagonista del momento. Divertente e commovente come sempre, con la sua partecipazione e il suo accento toscano Benigni ha regalato alla pellicola un valore aggiunto.
Non sono da meno i meriti da riconoscere al piccolo Federico Ielapi che, con quattro ore di trucco sul viso, si è dimostrato perfettamente all’altezza delle aspettative. Ha offerto al pubblico un Pinocchio spontaneo, monello, disubbidiente al punto giusto, ma soprattutto buono. Forse meno egoista e più ingenuo rispetto alle classiche rappresentazioni del passato.
Lodevole sono state poi le performance del resto del cast: Gigi Proietti (Mangiafuoco), Rocco Papaleo e Massimo Ceccherini (il Gatto e la Volpe), Marine Vacth (la Fata Turchina da adulta), Alida Baldari Calabria (la Fata da bambino), il piccolo Alessio Di Domenicantonio (nei panni di Lucignolo), Maria Pia Timo (Lumaca), Davide Marotta (il Grillo Parlante) e Massimiliano Gallo (il direttore del circo).
La sceneggiatura è stata scritta e curata dallo stesso Matteo Garrone in collaborazione con Ceccherini. Sceglie di eseguire dei tagli alla trama originale del romanzo partorendo tuttavia una buona sintesi. Il risultato è un “Pinocchio” che incanta e diverte i più piccini. Un film che addolcisce e fa riflettere i più grandi. Si conserva dunque il fascino della celeberrima fiaba dando al burattino di Collodi un nuovo momento di gloria.
Di Valentina Mazzella