NAPOLI – Si è tenuta oggi presso la Sala Schermo del Consiglio Regionale della Campania la conferenza stampa dal titolo: “ Rispetto dei diritti del celiaco ed applicazione sul territorio regionale delle leggi vigenti in materia”.
La celiachia è una malattia autoimmune che si sviluppa in soggetti geneticamente predisposti in seguito all’assunzione del glutine e colpisce una porzione sempre più grande di popolazione. Ad oggi nel nostro Paese risultano 164.492 celiaci (dati tratti dalla Relazione al Parlamento sulla Celiachia del dicembre 2014); in Campania sono 15.509 (nel 2011 erano 13.845)
Al centro della discussione, l’abolizione delle esenzione del ticket per il follow up. Un “taglio” ai diritti dei celiaci che ha scatenato la reazione dell’Associazione Italiana Celiachia Campania Onlus.
“L’associazione lotta per il rispetto dei diritti dei celiaci – ha dichiarato Teresa D’Amato, Presidente AIC – e a loro da oltre un anno viene negata l’esenzione del ticket per follow up e la diagnosi di celiachia per i familiari di primo grado. A innescare l’equivoco è stata una lettera dell’Azienda Universitaria “Federico II”. La problematica era stata già affrontata a novembre scorso, nel corso di una riunione con la V Commissione Sanità della Regione Campania, ma dopo tre mesi nulla è cambiato nonostante le rassicurazioni ricevute. Tra l’altro già esiste, in merito, una sentenza favorevole della prima sezione del T.A.R. di Napoli del 2006”. “Mi preme sottolineare – ha detto Ugo de Flaviis, capogruppo NCD – che il taglio alle esenzioni del ticket per il follow up della celiachia non è stata un’autonoma decisione della Regione, ma un’indicazione arrivata dall’ Azienda Universitaria “Federico II”. Ritengo, a questo punto, sia necessaria una revisione complessiva della legislazione, a cominciare dalla Legge n.2 del 2003, per adeguarla alle nuove esigenze maturate nel tempo. Anche lo stesso Osservatorio, istituito in modo lungimirante dall’ Ente, abbisogna di una profonda revisione. Chiederò a breve una nuova convocazione della Commissione Sanità”. Ad rappresentare le perplessità del mondo medico e scientifico è stato il Dott. Basilio Malamisura, Consulente Scientifico AIC, che ha evidenziato come “di fronte a problematiche di natura burocratica, la parte medica può solo “inventarsi” percorsi diagnostici appropriati per agevolare per quanto possibile il percorso dei pazienti. Mi preme, tuttavia, sottolineare che esistono norme ben precise che regolano la materia, come il decreto n. 279 del 2001, che sono tuttora in vigore e non possono essere derogate. I pazienti pretendono giustamente i privilegi garantiti dalle disposizioni legislative, anche se chiediamo pure a loro un ricorso moderato alle indagini diagnostiche da effettuarsi solo quando sono opportune”.
di Raffaele Del Giudice