NAPOLI – Triste, ma vero. Desolante, ma necessario. Il Castel dell’Ovo resterà chiuso per i prossimi due anni. Precisamente il sito del Comune di Napoli dallo scorso 4 gennaio annuncia: “Chiuso fino a data da destinarsi”. Da troppo tempo l’edificio vive abbandonato a problemi di erosione e degrado del tufo. Ha infissi e impianti da rifare. Presenta delle infiltrazioni d’acqua, nonché problemi di sicurezza legati alle aperture non protette dei cannoni verso l’esterno. Pertanto è inevitabile la chiusura dell’intero castello innanzitutto per una questione di sicurezza, per tutelare i visitatori. Negli ultimi tempi si sono verificati troppi crolli della parte muraria e non è il caso di correre ulteriori rischi.
Il Castel dell’Ovo esigerà moltissimi interventi per essere del tutto messo a nuovo. Il costo del restauro ammonterà a circa 8 milioni di euro. Una cifra già stanziata come fondo nel 2020 con il Piano di sviluppo e coesione per la città di Napoli. I primi lavori inizieranno tra marzo e aprile e dureranno grosso modo 24 mesi. Prossimamente i dirigenti di Palazzo San Giacomo incontreranno la ditta a cui il bando di gara ha affidato l’incarico. Insieme valuteranno una stima dei tempi necessari. La speranza è quella almeno di arginare il grosso delle zone con i lavori in corso optando per una sorta di “gestione mista”. Ciò garantirebbe, durante il restauro, perlomeno un accesso parziale all’edificio.
È oltremodo imbarazzante l’idea di dover avvisare i turisti della chiusura di uno dei monumenti simbolo del lungomare partenopeo e della storia culturale e artistica dell’intera città. Purtroppo si raccolgono i risultati della mancata manutenzione svolta nel corso degli anni. Una relazione del Comune di Napoli spiegherebbe che gran parte del degrado nel castello sia frutto dell’azione degli agenti atmosferici (aerosol marino e azione eolica). Mare e vento hanno favorito un’erosione aggressiva del tufo.
È un discorso che riguarda le mura lungo i percorsi del viale e della scalinata di ingresso al castello, della rampa Normanna e del camminamento che collega il loggiato Ovest. Non sarebbero migliori le condizioni di sicurezza dei pavimenti, delle sale e delle terrazze in generale. Per il Ramaglietto, in risposta alle forti mareggiate degli ultimi anni, sono previsti degli interventi di consolidamento. La sala Francesco Compagna e quella delle Colonne ai livelli superiori, invece, rivelano disagi causati dalle infiltrazioni di acqua piovana provenienti dalla Terrazza dei Cannoni e da problemi strutturali. Verranno sostituiti inoltre gli infissi, i vetri, gli impianti, le forniture e gli arredi.
L’obiettivo dell’intero progetto è rendere il castello fruibile al pubblico nel suo complesso. Il Castel dell’Ovo è sempre stato un importantissimo emblema della città, un sito storico e culturale di valore, sede di mostre museali, convegni ed eventi di notevole spessore. È giusto che torni presto al suo splendore. Infine sia concesso di strizzare romanticamente l’occhio a una delle più antiche leggende napoletane, al mito secondo cui Virgilio avrebbe nascosto nei sotterranei del castello un uovo magico. Un uovo racchiuso in una gabbia segreta dalla cui integrità dipende la sorte della città partenopea. Orbene tutta Napoli ha interesse nella solidità del castello: l’uovo – ovunque esso sia nella fantasia di una tradizione plurimillenaria – deve restare intatto.
Di Valentina Mazzella
Fonti: “Il Mattino”.