Home Cronaca Idea di Costituente per il GOI, due reazioni: silenzio e caciara

Idea di Costituente per il GOI, due reazioni: silenzio e caciara

75
SHARE

A due settimane circa dal lancio della proposta di Palingenesi Tradizionale, strategie opposte da parte delle due fazioni che si stanno contendendo il Grande Oriente d’Italia

Se dunque tu stai per offrire la tua offerta sull’altare e lì 3 ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì la tua offerta davan3 all’altare, e va’ prima a riconciliar3 con tuo fratello; poi vieni a offrire la tua offerta” (Matteo, 5:23-24)

Di fronte ad una situazione altamente conflittuale, Palingenesi Tradizionale, aveva lanciato il 12 febbraio la proposta di una Assemblea Costituente che potesse eleggere una Giunta con un Gran Maestro super partes e componenti di entrambi gli schieramenti al fine di apportare alcune modifiche costituzionali ritenute la causa prima della litigiosità tra gli opposti schieramenti.

Proposta che ha ricevuto una ampia diffusione negli ambienti GOI, e non solo, ottenendo due reazioni diametralmente opposte, paradossalmente figlie di una logica comune, di atteggiamenti sostanzialmente identici di fronte all’istituzione.

Da un lato un silenzio ufficiale, anche se di facciata.

Poi ci sono gli spifferi, alcuni attendibili, altri meno.

Più di uno sembra si sia stizzito, qualcun altro, invece, avrebbe manifestato, sempre informalmente, un timido possibilismo. Staremo a vedere.

Dall’altra parte, invece, come al solito, è stata buttata in caciara, usando, anche qui come al solito, il canale privilegiato dei gruppi anonimi su Telegram e di siti web altrettanto anonimi.

Risposte scomposte, con attacchi personali e insulti, come da quella che sembra ormai essere una matrice di fabbrica.

Se da una parte ci sono state timide aperture, dall’altra la chiusura è stata netta.

Però, come dicevamo, due reazioni diverse, stessa forma mentis.

È paradossale che ci si lamenti dell’autoritarismo degli altri, facendo anche vittimismo, per poi cadere nello stesso vizio, imponendo autoritariamente – meglio, tentando di imporre – il silenzio… (e senza nemmeno ricoprire una carica… se il buongiorno si vede dal mattino…).

O come chi utilizza citazioni colte – o presunte tali – al sol fine di impressionare l’ignaro lettore (non basta estrapolare citazione dalla premessa al libro “Ipnocrazia” di Janwei Xun… è necessario leggerlo tutto).

È una questione di coerenza, ma soprattutto, di stile.

Ma soprattutto verrebbe meno lo spirito del superamento.

Non si supera lo stallo dando ragione ad una fazione o all’altra.

Non si supera lo stallo con un endorsement o con una scelta di campo o peggio ancora insultando e umiliando il “nemico”.

L’unico modo di andare oltre è di azzerare.

Di fare punto e a capo.

Se non si capisce questo si resta intrappolati nello stesso circolo vizioso, nel significato più deteriore dell’Uroboro.

Sostanzialmente, nella politica massonica, il GOI si è trovato ad importare gli schemi più deleteri della politica profana.

Polarizzazione e personalizzazione del conflitto, utilizzo di testate di parte, macchina del fango, demonizzazione dell’avversario.

In questa ottica si inquadrano anche le due scelte di “comunicazione”.

Una maggioranza, o presunta tale, arroccata sulle sue posizioni, chiusa nella sua torre di avorio e intenta piuttosto a preparare strategie di piccolo cabotaggio in vista della prossima Gran Loggia e che va in giro nei Collegi a propalare, senza contraddittorio, la propria “versione dei fatti”.

Una strategia di acquisizione del consenso che poggia anche sulle recentissime nomine di Grandi Ufficiali e Garanti di Amicizia, mentre il risultato delle ultime elezioni è ancora sub judice e la rappresentanza legale del GOI è in prorogatio.

Un’opposizione, di fatto tale, che con atteggiamenti (e terminologia) da V-Day attacca, in modo scomposto, talvolta becero, chi la pensa diversamente, perché dimostra di puntare al “potere”, con tanto di minacce e accordi nella direzione di scissioni varie. Qualcun altro attende che sia il Tribunale civile a decidere a chi consegnare il Supremo Maglietto, senza considerare che, al più, in materia associativa una delibera illegittima può essere annullata, ma non può essere sostituita da un’altra delibera che spieghi gli effetti di quella annullata.

Due facce della stessa medaglia, figlie delle stesse logiche.

Da iniziati ci si aspetterebbe altro.

E da entrambe le parti si è assistito allo stesso tentativo di travisare la proposta di Palingenesi Tradizionale.

Talvolta in modo puerile e, si spera, strumentale (quando non in aperta malafede), perché alcune interpretazioni sarebbero cognitivamente inquietanti in quanto prova evidente di un analfabetismo funzionale del quale avere veramente paura in un Ordine iniziatico. Anche per questo, vediamo di fare chiarezza su alcuni punti.

Abbiamo proposto, come detto, una “lista unica” da candidare alle elezioni di autunno che, allo stato, sono un risultato pressoché scontato della prossima Gran Loggia del 4 e 5 aprile o di una più che probabile – visto il provvedimento cautelare adottato ad ottobre – sentenza di annullamento delle ultime elezioni.

Non un “Comitato di salute pubblica” da eleggere durante la stessa Gran Loggia, non sarebbe nemmeno possibile, non essendo all’Ordine del Giorno.

Una lista unica, candidata e votata come da Costituzione e Regolamento dell’Ordine.

I componenti non sarebbero 75, come quelli dell’Assemblea Costituente del 1946, come ha capito – o finto di capire – qualcuno. Nemmeno sarebbero 50 o 33.

Come ogni Giunta, ci sarebbero sette componenti, tre per “schieramento”, (o il sinonimo che più aggrada), oltre ad un Gran Maestro super partes.

Qualcuno ha anche obiettato che sembra una logica partitica e che non ci sono partiti nel GOI.

Effettivamente non ve ne sono.

Ma quella di partito è solo un’etichetta per indicare delle “fazioni”.

Non è possibile negare che nel GOI oggi ci siano due fazioni in aperto conflitto, a colpi di carte bollate, documenti ufficiali e qualche volta inventati, liste di proscrizione e sanzioni, minacciate o in concreto irrogate, insulti e invettive su gruppi e siti web anonimi.

Che ci sia una logica di in-group e out-group è innegabile.

Ormai domina la regola del “chi non è con me è contro di me”.

Appigliarsi al fatto che tecnicamente non siano definibili come partiti significa solo volersi nascondere dietro ad un dito.

Di fatto, il GOI è in balia di fazioni che lottano senza esclusione di colpi o quasi.

La proposta di Palingenesi Tradizionale ha come unica volontà il definitivo superamento di questa situazione altamente deleteria per l’Istituzione, sia a livello interno, sia a livello di immagine pubblica, sia a livello di rapporti internazionali.

Preferiamo non pensare a quando sia stata l’ultima volta che una Gran Loggia non ha visto la presenza di delegazioni estere.

Come si spiega allora la definizione di Costituente che abbiamo lanciato?

Non certo, dunque, per quanto riguarda le modalità di candidatura e di elezione.

Ripetiamo, si tratta né più e né meno di una lista candidata ed eletta con le attuali regole.

L’abbiamo definita “Costituente” perché la differenza sarebbe nel programma di lavoro che questa Giunta dovrebbe attuare.

Di ricomposizione della conflittualità, innanzitutto.

La riscrittura delle regole, poi, andando a ragionare su quei motivi che hanno portato il GOI alla situazione attuale, secondo i punti esplicitati e che riprenderemo nel dettaglio successivamente.

Una Giunta che assuma, da subito, l’impegno di indire nuove elezioni non appena tali obiettivi siano raggiunti.

Un’altra posizione che non è apparsa chiara è rispetto al R.S.A.A..

Palingenesi Tradizionale si rifiuta di pensare ad un GOI senza Rito Scozzese e, di conseguenza, non immagina soluzioni di recisione dei rapporti, da un lato, e scissioni – rectius, fughe – dall’altro.

La proposta di pacificazione del GOI passa anche attraverso questo assunto.

Un’ultima precisazione, per il momento, riguarda la possibile leadership di questa Gran Giunta.

I soliti ‘benpensanti’ ci hanno immediatamente accusato di una possibile rivendicazione di Palingenesi Tradizionale.

Ma anche in questo caso, è stata mossa un’eccezione solo in maniera strumentale.

Il contributo che Palingenesi vuole dare è di idee, di mediazione e di risoluzione dei conflitti.

Le idee non hanno bisogno di grembiuli verdi, quelli sono utili solo ad acquistare o fidelizzare dei clienti.

La logica del “maglietto e del grembiule” non ci appartiene; anche quando si accettano le cariche lo si fa in un autentico spirito di servizio e non per gratificazione personale del proprio ego.

Anzi, abbiamo pensato ad un possibile nome, non interno a Palingenesi, che preferiamo per il momento tenere riservato per ovvi motivi. Un nominativo da individuare, ad esempio, tra i Gran Maestri Onorari, avendo cura di sceglierlo tra coloro che, consci del loro ruolo di “Padri Saggi”, hanno almeno avuto il buon gusto di non schierarsi alle ultime elezioni.

Vedremo se anche rispetto a questa proposta si confermeranno le logiche del silenzio e della caciara.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here