NAPOLI – Un settore in crisi. Una parabola discendente quella dell’artigianato nell’epoca delle grandi produzioni in serie. Questa volta protagonista dell’infelice declino è la guanteria. Il guanto è sempre stato un immancabile elemento di stile ed eleganza negli armadi. Realizzato da maestranze artigianali, un prodotto di qualità e un simbolo di alta moda. Dietro la scelta dei materiali, la lavorazione dei modelli, il taglio, le cuciture, la foderatura e gli altri innumerevoli passaggi per ottenere il guanto concluso ci sono sempre stati l’impegno e la maestria certosini di artigiani altamente specializzati.
Napoli ha sempre raggiunto ottimi traguardi in questo settore. La città partenopea gode anche di questo riconoscimento. Le sue maestranze sono così rinomate da ricevere ordini anche dall’estero: dalla Francia al Giappone. Ciononostante anche i guantai napoletani stanno attraversando una fase di crisi e un calo delle vendite per più di una ragione. Innanzitutto, per quanto banale possa apparire da dire, è mutato in toto il mercato. Oggi la guanteria artigianale non produce più all’ingrosso affinché l’offerta non scavalchi la domanda. Sempre più frequenti i guanti realizzati su commissione, pochi ordini e spesso molto personalizzati.
Un altro aspetto riguarda un grosso cambiamento culturale che si è verificato rispetto al Novecento. Oggi il guanto viene concepito come un accessorio strettamente stagionale. Rispetto al passato, un qualcosa da indossare solitamente in autunno e in inverno. In ultimo, come accade anche in altri mestieri che necessitano l’apprendimento della manualità, purtroppo mancano le maestranze. Addirittura alcune scuole di formazione e sperimentazione hanno chiuso i battenti per insufficienza di allievi aspiranti artigiani.
Si tratta di un duro colpo per gli imprenditori del settore. Non solo perché la mancanza di manodopera compromette i guadagni economici delle loro imprese. Chi è inserito nella dimensione della produzione dei guanti da tre o più generazioni ha genuinamente a cuore le sorti del settore. Il timore è che la tradizione non trovi eredi e che i rinomati guantai napoletani diventino unicamente un ricordo. La speranza, pertanto, è quella di un futuro non troppo lontano in cui l’artigianato torni ai vecchi fasti. Si auspica un ritorno allo valorizzazione della qualità, delle risorse e dei talenti del territorio.