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I giovani italiani devono capire che l’Europa unita è l’unico baluardo contro l’asservimento ai grandi poteri economici e alle grandi potenze mondiali

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“Erroneamente in Italia abbiamo sempre comunicato l’Europa come un concetto meramente economico. Come un ‘dovere’, un adempimento e non abbiamo mai trasmesso ai giovani entusiasmo verso l’idea di quella che è soprattutto una grande aggregazione di popoli, di culture e di valori”. Così Lucio d’Alessandro, Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e vicepresidente della CRUI, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, ha evidenziato uno dei grandi problemi dell’Unione Europea e del suo rapporto con l’Italia aprendo l’incontro del Sabato delle Idee dedicato al futuro dell’Europa incentrato sull’intervento dell’ex presidente della Commissione Europea, Romano Prodi.

Un incontro ospitato dal Centro Congressi dell’Università Federico II di Napoli alla presenza di quasi tutti i Rettori delle Università campane con il saluto introduttivo affidato a Gaetano Manfredi, Rettore della Federico II e presidente della CRUI ed al presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli. All’ex premier è arrivato anche un appello dello scienziato Marco Salvatore, fondatore de “Il Sabato delle Idee”, “a sensibilizzare i giovani sull’importanza della partecipazione democratica al voto delle prossime elezioni europee, che giungono in un momento particolarmente delicato della storia dell’Unione Europea, esattamente a quarant’anni dall’introduzione del suffragio universale tra i cittadini dei Paesi membri”.

Lapidario il pensiero che Romano Prodi ha trasmesso ai giovani su questo tema a margine dell’incontro. “Volete vivere senza contare niente al mondo da bravi schiavi o all’interno di una struttura che può dare voce alle vostre esigenze?”. Questa è la domanda che per Prodi dovrebbero porsi i giovani che “spesso ascoltano il dibattito sui temi nevralgici per il futuro del loro Paese solo se ‘obbligati’ dal contesto scolastico o accademico e coltivano, invece, altre passioni, soprattutto quelle che arricchiscono le grandi multinazionali del settore delle nuove tecnologie”. Per Prodi “soltanto un’Europa sempre più unita si può opporre al potere immenso delle grandi potenze internazionali come gli Stati Uniti e la Cina”.

Il potere economico delle grandi aziende del mercato delle tecnologie (da Google ad Amazon) e il potere politico sempre più “immenso” delle super potenze mondiali hanno attraversato molti dei passaggi dell’intervento di Romano Prodi al Sabato delle Idee stimolato dalle domande dell’ex direttore de “Il Mattino” Alessandro Barbano.

Lo scenario geopolitico internazionale, al centro del ciclo tematico di incontri del Sabato delle Idee su “L’Italia del futuro in un mondo che cambia”, è stata l’occasione per Prodi per riflettere anche sull’attualità politica italiana. “Il vento forte di autoritarismo che soffia in tutto il mondo dalla Cina agli Stati Uniti, dalle Filippine al Pakistan, dalla Russia al Brasile, non poteva non coinvolgere anche l’Europa (dall’Ungheria alla Polonia) e non poteva non arrivare anche in Italia”. Gli autoritarismi e i sovranismi delle nuove leadership politiche (da Trump al governo giallo-verde italiano) per Prodi sono “tutte facce dello stesso populismo che risponde al desiderio di autorità e di decisionismo sempre più forti nell’attuale momento storico internazionale”.

“L’Europa è in pericolo?”. All’interrogativo che dava il titolo all’incontro del Sabato delle Idee Romano Prodi ha risposto con grande ottimismo. Il futuro dell’Europa unita per Prodi non è in pericolo. “Il caso Brexit paradossalmente – ha spiegato Prodi – sta cementando l’adesione degli altri Paesi all’Unione Europea. Per la Gran Bretagna l’uscita dall’Europa è talmente dannosa da risultare difficilmente attuabile. E dopo quest’esempio anche i Paesi che avevano la tentazione di uscire ora non se lo sognano neanche”.

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