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I casalesi in affari con i terroristi somali: traffico di armi e reclutamento di mercenari

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NAPOLI – “I Casalesi sono in affari con i terroristi” ha dichiarato l’Antimafia: è la scoraggiante notizia del giorno. Della serie ‘quando al peggio non c’è mai fine’. I sospetti di una collaborazione fra le nostrane organizzazioni criminali e i movimenti terroristici esteri erano già partiti da tempo dal G.I.C.O. (Gruppi d’Investigazione sulla Criminalità Organizzata) della Guardia di Finanza di Venezia. Dopo le prime perquisizioni eseguite in tutta Italia, la D.D.A. (Direzione Distrettuale Antimafia) di Napoli ha aperto subito un’inchiesta condotta dai p.m. Catello Maresca e Maurizio Giordano, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli. Nel mirino degli inquirenti sono caduti oltre 30 persone indagate per la vendita di componenti di aerei, elicotteri e fucili mitragliatori ai terroristi. Si tratta di esponenti del noto clan dei Casalesi che avrebbero regolato traffici illegali soprattutto in Somalia e in Sudan, Paesi africani travagliati da dei conflitti in corso da anni. Al reato di commercio illegale di armi si aggiunge anche l’accusa di reclutamento di mercenari, giro nel quale sarebbero coinvolti inoltre personaggi gravitanti in Veneto. La preoccupante notizia di un sodalizio fra la camorra casalese e gli ambienti terroristici internazionali apre ulteriormente gli occhi sulle spregiudicate ambizioni del clan di Casal di Principe e sulla sua influenza al di fuori dei confini del territorio locale. Pertanto le autorità promuovono l’attuazione di una maxi-inchiesta che perseveri nelle indagini da Nord a Sud Italia

Di Valentina Mazzella

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