NAPOLI – Da oggi l’ Auditorium di Scampia avrà il nome del cantautore ligure ‘Fabrizio De Andrè’.(foto di Fabio Sasso)Una grande festa che ha visto la partecipazione delle scuole, ma che è stata in parte offuscata dalla denuncia della scuola ‘Pertini – Don Guanella ‘ i cui ragazzi non si sono potuti esibire perché ignoti hanno rubato e per ben due volte nel giro di10 giorni e danneggiato gli strumenti musicali nel loro istituto. Alla cerimonia di intitolazione della struttura, accanto al sindaco Luigi de Magistris, ha partecipato Dori Ghezzi, moglie del cantautore genovese. Una festa che per la Ghezzi, visibilmente emozionata, ha avuto un duplice valore perché ‘celebrata nel giorno del suo compleanno.
«Con questo riconoscimento – ha detto Ghezzi – riconoscete Fabrizio come un figlio di Napoli, è un atto molto significativo anche per il luogo che gli state intitolando perché Fabrizio è sempre stato vicino a chi soffre e ha sempre denunciato il sistema del nostro vivere difficile». Un riconoscimento che – ha sottolineato la cantante – «è per me un dono personale che ricorderò tutta la vita e anche oltre». «Dovete essere felici – ha aggiunto Ghezzi, rivolgendosi ai ragazzi – dentro e fuori questo teatro. E alle ragazze dico: voi avete un ruolo importante di cui oggi forse siete inconsapevoli, ma siete le mamme di domani a cui sarà affidata la formazione della prossima generazione. Io spero in voi».
E proprio i ragazzi delle scuole di Scampia sono stati i protagonisti dello spettacolo musicale che ha reso omaggio alle poesie in musica che Fabrizio De Andrè ha lasciato. Giovani che si sono cimentati in brani celebri come, ad esempio, ‘La guerra di Piero, ‘La canzone di Marinella. «Napoli – ha affermato il sindaco de Magistris – è una città senza confini ed è naturale che abbia voluto rendere omaggio a un artista senza confini come De Andrè che parlava al cuore delle persone e che nelle sue canzoni denunciava le ingiustizie, l’ordine costituito e tendeva la mano alle persone che più di altre hanno bisogno». «Oggi – ha concluso de Magistris – intitoliamo questo Auditorium non solo a De Andrè, ma alla cultura libera, alla sete di giustizia che ci ha insegnato».