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Gli echi fascisti del manifesto di Salvini: piazza Matteotti diventa piazza delle Posta

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Salvini invita tutti in piazza della Posta per il prossimo comizio a Napoli

Non è passato inosservato il manifesto del leader della Lega, Matteo Salvini, che invita i propri sostenitori l’11 settembre in piazza Matteotti e tra parentesi spunta piazza della Posta, così come era chiamata la piazza in epoca fascista.

Salvini, impegnato in prima persona a sostenere il candidato di centro destra, Stefano Caldoro, alle prossime elezioni regionali, ha scelto come luogo del prossimo appuntamento napoletano, una piazza in pieno centro, in cui vi sono edifici del ventennio fascista e sede della Posta centrale anch’essa in stile fascista.

La piazza fu successivamente intitolata al deputato del Regno d’Italia, Giacomo Matteotti, che nel 1924 fu rapito e brutalmente ucciso per volontà di Mussolini da un commando fascista guidato da Amerigo Dumini. Matteotti aveva denunciato brogli elettorali e tangenti che coinvolgevano anche il fratello minore del Duce. Fu ucciso proprio il giorno in cui avrebbe dovuto rivelare alla Camera dei Deputati le sue scoperte.

Un richiamo quello del manifesto che ha suscitato reazioni sui social da parte di tanti che non hanno gradito l’ammiccamento a un certo tipo di cultura nostalgica, dove ancora quella piazza viene chiamata piazza della Posta.

Dai social Sandro Ruotolo, senatore del gruppo misto, rilancia un post carico di indignazione del collega giornalista Ciro Pellegrino: “Piazza della Posta non esiste, a Napoli. A meno che tu non abbia 100 anni. Si chiama piazza Giacomo Matteotti ucciso dai fascisti. Negli anni Settanta – ma lo fece anche Alessandra Mussolini quando si candidò a sindaco contro Antonio Bassolino – i fascisti scrivevano Piazza della Posta e poi viale Elena al posto di viale Antonio Gramsci. Sono micro segnali per fascisti. Ma noi li notiamo e siamo qui, pronti a svelarli e non lasciarli senza spiegazione. Non esiste piazza della Posta. E Mussolini uccise Matteotti. E i fascisti sono la feccia dell’umanità”.

Sottolineare questi riferimenti sottili e’ importante per non sdoganare un certo tipo di cultura fascista che serpeggia e che purtroppo sembra aver ritrovato vigore.

G.S.

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