FIRENZE – Per amor di cronaca la notizia è della settimana scorsa, sebbene non abbia avuto la giusta risonanza nazionale. Intorno al 6 marzo 2022, il sindaco Nardella di Firenze aveva deciso di coprire la copia del David di Michelangelo, esposta in piazza della Signoria, con un drappo nero abbellito da una bandiera ucraina e dei nastri gialli e blu. La decisione era stata ponderata insieme a dei rappresentanti della comunità ucraina di Firenze.
Aveva dichiarato: “Vogliamo ricordare Michelangelo nel giorno della sua nascita, il 6 marzo, con questo gesto che è un gesto di lutto e di dolore. È un gesto di lutto molto forte per ricordare le migliaia e migliaia di vittime che in questi dieci giorni già si sono contate. Vittime civili a Kiev e in tutte le altre città ucraine ma anche militari. Vogliamo ricordare anche i militari russi, i giovani soldati russi mandati da Putin e dal suo governo a morire per una guerra folle, ingiusta e incomprensibile quindi per Firenze questo è un giorno di lutto e di dolore per tutti i morti”.
Nonostante le nobili intenzioni dell’azione simbolica, la scelta aveva già sollevato non poche polemiche. Non era considerato giusto privare cittadini e turisti provenienti dal mondo della visione artistica della piazza così come è stata concepita nel Rinascimento. Pertanto, se inizialmente il telo nero doveva restare fino al termine del conflitto, alla fine si era optato per una più equilibrata settimana.
Fatto sta che venerdì 11 marzo, all’incirca alle ore 20:00, un uomo ha scavalcato le siepi e ha dato fuoco al drappo che nascondeva il David. L’intervento di una guardia giurata in servizio alla Loggia dei Lanzi è stato immediato. Insieme a un agente della polizia municipale, è stato possibile bloccare subito il piromane. Le fiamme sono state spente con gli estintori in dotazione nelle auto di servizio, ma non è tardato l’arrivo dei vigili del fuoco.
Il vandalo si chiama Vaclav Pisvejcv ed è un cittadino ceco già noto alle autorità per dei precedenti in reati simili contro delle opere d’arte. Nel 2018 ha colpito l’artista Marina Abramovic con un quadro. Tre giorni prima l’episodio del David, ha verniciato con i colori della bandiera ucraina il leone rampante di Francesco Vezzoli, sempre in piazza della Signoria a Firenze. Il 7 marzo, in via della Vigna Nuova, ha sostituito un cartello stradale di divieto di accesso con un altro su cui aveva scritto “Putin”.
Per tutti questi atti è già stato denunciato. Adesso sarà processato per incendio doloso. Il danno causato alla statua ammonta ad almeno 15 mila euro. Le fiamme hanno infatti provocato l’annerimento di ampia parte della superficie della scultura che dovrà essere pulita con particolari solventi. I lavori di pulitura andranno avanti per almeno una settimana. Un restauro completo sarebbe iniziato a prescindere tra poche settimane, grazie al finanziamento della maison Ferragamo tramite Art bonus.
Al momento Vaclav, in accordo con il Pubblico Ministero di turno, è stato condotto nel carcere di Sollicciano. Il suo gesto resta infatti un atto gravissimo. Il fatto che la statua sia una riproduzione del capolavoro di Michelangelo (conservata presso la Galleria dell’Accademia di Firenze, al chiuso) e non l’originale, non costituisce un’attenuante. L’opera, realizzata nel 1910 da Luigi Arrighetti, è ugualmente considerata un lavoro dall’altissimo valore artistico. Azioni di questo tipo sono un attentato alla bellezza e soprattutto al patrimonio artistico culturale di tutta l’Italia.
Di Valentina Mazzella