Roma – “Invece di proporre improbabili redditi di cittadinanza ad aspiranti lavoratori sarebbe mille volte più giusto fornire un reddito a chi, come le casalinghe, lavora quotidianamente senza alcuna forma di riconoscimento in termini economici e di diritti. Si tratterebbe di un valido sostegno alle famiglie che contribuirebbe a ridurre la conflittualità sociale nel nostro Paese e a ridimensionare i pericoli che si celano dietro le difficoltà economiche come la disgregazione dei nuclei familiari, la violenza domestica e i problemi legati alla crescita culturale e sociale dei giovani. L’ Istat ha dedicato svariati approfondimenti al lavoro non retribuito delle donne non ufficialmente occupate. Le rivelazioni (anno 2014) in Italia certificano 71 miliardi e 353 milioni di ore di lavoro non retribuito, il 71% delle quali (oltre 50 miliardi) da parte di donne per attività domestiche. “Una forma di produzione – dice Istat – fondamentale per il benessere del Paese. Sette milioni di casalinghe svolgono lo stesso lavoro, in termini di ore, di 25 milioni di occupati. Non è pensabile continuare a ignorare questa forza”. Lo ha dichiarato Michela Rostan, vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera nel corso della Festa del lavoro di Articolo Uno a Roma.
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