Home Cultura “Figli Forti e Resilienti”, l’edificante incontro con Stefano Rossi promosso dall’Osservatorio Pedagogico

“Figli Forti e Resilienti”, l’edificante incontro con Stefano Rossi promosso dall’Osservatorio Pedagogico

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Foto di Valentina Mazzella.

POMIGLIANO D’ARCO – Quanto è difficile essere genitore oppure un docente? Quanto è complicato comprendere al meglio i bambini e i ragazzi? Non è facile avere sempre gli strumenti più adatti: è stato questo l’argomento di dibattito dell’incontro “Figli Forti e Resilienti” di ieri, mercoledì 28 settembre, presso l’I.C. Omero di Pomigliano D’Arco (NA). A condurre l’evento Stefano Rossi, psicopedagogista scolastico, formatore e autore di diversi testi sull’innovazione didattica. Si è trattato in realtà dell’ultimo appuntamento organizzato dall’Osservatorio Pedagogico, un’iniziativa promossa dal Centro Giorgio La Pira con il Movimento di Impegno Educativo di AC a livello nazionale e l‘Istituto Lazzati.

L’evento si è strutturato come un vero e proprio corso di formazione durante il quale il Dottor Stefano Rossi ha regalato al pubblico degli spunti su come aiutare i bambini e i ragazzi a orientarsi nella società e nella vita durante la crescita. Ha offerto dei suggerimenti accendendo il focus su alcuni aspetti in particolare come l’ascolto, il tempo, le regole e la gestione dei conflitti. Il tutto per costruire innanzitutto un adulto autorevole capace di fornire esercizi di resilienza e autostima ai più piccoli.

Foto di Valentina Mazzella.

Spesso e volentieri in casa tra genitori e figli scoppiano quasi delle guerre. Negli scontri ci si abbandona di frequente alla rabbia che, come spiega il Dottor Rossi, “è un’emozione quasi bestiale, immatura”. In preda ad essa alle volte si dimentica anche la vera ragione del litigio. Recriminazione dopo recriminazione, si degenera. Tuttavia “dietro la rabbia si cela sempre un dolore, la tristezza”, aggiunge lo psicopedagogista. Pertanto è importante e necessario imparare non solo l’autocontrollo, ma anche apprendere come comunicare le proprie emozioni: condividere reciprocamente quello che si prova guardandosi negli occhi. È un esercizio che quotidianamente gli adulti per primi dovrebbero svolgere. È essenziale ritagliarsi dei momenti.

Attraverso l’ascolto i bambini e i ragazzi si sentono accolti. Non è un aspetto da sottovalutare. Il tempo che doniamo a qualcuno è la dimostrazione dell’affetto e dell’amore che proviamo per il prossimo, sottolinea il Dottor Rossi. Se quella persona si sente amata avverte il proprio valore e viene in questo modo educata a non accettare nella vita, crescendo, situazioni inaccettabili. È in questo modo che l’individuo imparare a sentirsi amato e soprattutto ad amarsi, coltivando giorno dopo giorno la propria autostima.

Altro aspetto degno di nota sono le regole che Stefano Rossi giudica essere “un dono d’amore”. Ovviamente nessuno parla di regole autoritarie e arbitrarie. Le regole senza amore non fanno sentire i figli amati. Le regole, i divieti e i fantomatici “no” servono, ma devono essere contestualizzati e sempre inseriti in un contesto d’amore. Spesso ci si imbatte quasi in una dicotomia tra due categorie di genitori, osserva lo psicopedagogista: da una parte il “genitore sceriffo” (autoritario e rigido) e dall’altro il “genitore zucchero filato” (troppo morbido e permissivo). Sebbene magari entrambi partano dalle migliori intenzioni, non adottano in realtà le strategie migliori al fine di un’educazione ottimale per i bambini e i ragazzi.

Lo stesso si può dire del genitore eccessivamente apprensivo e spesso “sostitutivo” che affianca i figli senza concedere loro di fare esperienza, di confrontarsi con la realtà, di fare sacrifici che permettano di sondare i propri limiti e le proprie capacità. La realtà è che “ogni figlio è un mare aperto”, conclude Stefano Rossi con un’immagine poetica. È come se ogni individuo fosse un veliero. Ognuno di noi ha in sé un timoniere. L’adulto empaticamente intelligente – il genitore o l’insegnante che sia – ha il compito di aiutare il timoniere a riprendere il controllo delle sue vele, delle sue emozioni, anche nei momenti di tempesta e rabbia, spiega l’esperto. È questo lo scopo delle regole: servire da strumenti per permettere al bambino e al ragazzo di esercitarsi nell’autocontrollo e inseguire, anche per il futuro, uno stile di vita emotivamente più soddisfacente. 

Di Valentina Mazzella

 

 

 

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