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Ecco perché Sarri non rischia grosso

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NAPOLI – Il giorno dopo Napoli-Inter di Coppa Italia, che ha visto l’eliminazione dei partenopei, più che del risultato e della prestazione delle squadre, a tenere banco è la lite tra Maurizio Sarri e Roberto Mancini.Intervistato a fine gara, il tecnico dell’Inter ha dato del “razzista” all’allenatore azzurro per averlo definito “frocio” durante una concitata lite nei minuti finali della match.
Emittenti tv e quotidiani si sono sbizzarriti, paventando per Sarri una squalifica di quattro mesi, di dieci giornate, come prevede il Regolamento delle Noif.

Ma analizziamo la relativa norma, ossia l’art. 11: “Costituisce comportamento discriminatorio, sanzionabile quale illecito disciplinare, ogni condotta che, direttamente o indirettamente, comporti offesa, denigrazione o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine etnica, ovvero configuri propaganda ideologica vietata dalla legge o comunque inneggiante a comportamenti discriminatori”.
Ebbene Sarri, dando del “frocio” a Mancini non è incorso in alcun comportamento discriminatorio.

“Discriminare” nella lingua italiana sta a significare: adottare in singoli casi o verso singole persone o gruppi di persone un comportamento diverso da quello stabilito per la generalità, o che comunque rivela una disparità di giudizio e di trattamento.
Posto che Roberto Mancini non è assolutamente omosessuale, dargli del “frocio” non vuol dire discriminarlo.

Si sarebbe trattato di discriminazione diretta qualora il tecnico dell’Inter fosse stato dichiaratamente gay e Sarri lo avesse offeso a parole o gesti, etichettandolo ad esempio quale “frocio di m…da”, o facendo gesti che costituiscono offesa agli omosessuali.
Si sarebbe trattato invece di discriminazione indiretta qualora il l’allenatore nerazzurro fosse stato dichiaratamente gay ed il tecnico dei partenopei avesse, per questo motivo, evitato ad esempio di stringergli la mano o altro.

Ma lo si ripete il tecnico dell’Inter non è gay, e qualora fosse punito Sarri per discriminazione, andrebbe punito lo stesso Mancini il quale si è inalberato per essere stato definito “frocio”, così lasciando intendere che per lui questo termine costituisce un offesa; fatto ancor più grave.

Singolare poi che Mancini, che ha portato la polemica dinanzi alle telecamere, auspicando una punizione per il collega, anni addietro, nel lontano 2000, quando Mihajlovic e Vieira si scambiarono in campo offese razziali, dichiarò: “Nel corso di una partita l’agonismo esasperato può portare a momenti di tensione e di grande nervosismo. Credo che anche qualche insulto ci possa stare. L’importante è che tutto finisca li”.

Viva la coerenza.

Non si è qui a stilare un’apologia di Sarri, che peraltro si è scusato. Il tecnico del Napoli ha avuto un’uscita chiaramente infelice e poco rispettosa del mondo omosessuale che va rispettato e tutelato; ma la discriminazione prevista dalle Noif è ben altro.

Sarri pertanto va sì squalificato per una, al massimo due giornate, per l’atteggiamento sbagliato assunto, ma non si strumentalizzi l’episodio, altrimenti vien facile pensare che questo Napoli fa paura e in qualche modo va fermato.
di Mario Civitaquale

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