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Ecco perché lo squalo ha attaccato e ucciso il turista italiano a Marsa Alam

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Napoli – Decenni di immersioni nel Mar Rosso, Egitto e Sudan, mi hanno portato a una conclusione ineluttabile: la recente tragedia a Marsa Alam non è un caso isolato, ma il tragico epilogo di una pratica illegale e pericolosa: lo scarico indiscriminato di carcasse di animali dalle navi cargo in transito nel Mar Rosso, creando una sorta di “pastura” per gli squali, animali che poi si spingono, in cerca di cibo, in acque costiere, molto presumibilmente scambiando la sagoma e le vibrazioni prodotte da un bagnante per quella, ormai familiare, di una carcassa o un animale in agonia – Fabio Siniscalchi biologo e subacqueo esperto, presidente e fondatore dell’ente di ricerca Oceanus –

La maggior presenza di squali sottocosta e con comportamenti insoliti è un fenomeno che ho osservato più volte di persona. Già nel 2010 a Sharm el-Sheikh fui testimone di un incremento degli avvistamenti di squali sotto costa che portarono ad una serie di attacchi, le vittime furono, anche in quell’occasione, bagnanti e non subacquei con il bilancio tragico di un morto e quattro feriti. Con altri colleghi denunciammo, già all’epoca, la concomitanza degli avvistamenti sotto costa –e poi gli attacchi– con il periodo dell’anno in cui si celebra la festa del sacrificio Eid al-Adha. Il mese delle celebrazioni cambia ogni 2, 3 anni in base al calendario islamico. Le celebrazioni avvengono sacrificando, sgozzando, così come fece Abramo, un animale che sia fisicamente integro e adulto: un ovino, un caprino, un bovino o un camelide.

Annualmente, le compagnie delle navi cargo che trasportano enormi quantità di animali vivi richiesti per celebrare l’evento, non hanno alcun interesse economico nel consegnare animali “non integri” e tanto meno morti, perché inservibili per il rituale del sacrificio. Le carcasse insieme ad animali agonizzanti vengono gettate in mare.


L’ex direttore dell’Istituto di scienze marine e pesca di Hurghada, Mahmoud Abdel Rady Dar, ha confermato che lo scarico di animali morti in mare è una delle principali cause del cambiamento del comportamento degli squali e dei loro attacchi agli esseri umani. Queste violazioni, ha spiegato, portano a cambiamenti nell’ecosistema marino con un impatto negativo anche sul turismo, ha chiesto alle autorità competenti un pattugliamento regolare del Mar Rosso e controlli più severi sulle navi che trasportano bestiame. Nel 2024 il ministro egiziano Yasmine Fouad ha ordinato che le carcasse degli animali venissero ripescate dal mare e seppellite sulla terraferma.

Eppure l’ultima tragedia costata la vita ad un nostro connazionale dovrebbe far riflettere sulla poca efficacia della legge che proibisce severamente di gettare in mare carcasse di animali morti e le azioni messe in campo dal governo egiziano per recuperare le carcasse in acqua.

Credo sia opportuno, visto il grande numero di turisti italiani che sceglie le spiagge del Mar Rosso, che il nostro governo facesse pressione a quello egiziano al fine di adottare azioni più efficaci per regolare il trasporto degli animali sulle navi cargo soprattutto sullo smaltimento delle carcasse, il mio personale suggerimento è quello di obbligare le compagnie di trasporto ad equipaggiarsi di sufficienti celle frigo sulle proprie navi in modo tale da poter dimostrare la presenza a bordo dello stesso numero di animali imbarcati all’origine e quello all’arrivo, vivi o morti che siano.

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