di Mario Civitaquale
Napoli – il Mondiale appena iniziato ha sottolineato uno dei motivi che probabilmente ha inciso nell’incrinarsi del rapporto tra De Laurentiis e Sarri.
Forse non giocheranno titolari, ma Mario Rui, Strinic e Zielinski sono lì. E probabilmente ci sarebbe stato anche Rog.
Si sono fatti nomi di calciatori “costretti” a lasciare Napoli per il poco spazio concesso loro, o di elementi conosciuti dal pubblico solo per il calo o l’infortunio dei titolari. L’ultimo nome è di un calciatore che ha perso valore.
Attenzione. Non tutte le riserve azzurre erano da Napoli; ma alcuni calciatori sono stati messi da parte con troppa facilità. Si aggiungano Diawara e Maksimovic.
Così non si va d’accordo col patron.
Un imprenditore come De Laurentiis non può accettare la valorizzazione solo di alcuni elementi, cosa oggettivamente accaduta con i titolari, e la rischiata minusvalenza delle cosiddette riserve.
E questo ha sicuramente influenzato le opinioni del presidente.
Inoltre Aurelio guarda molto all’immagine del Napoli in Europa e nel mondo.
Lo fece intendere a chiare lettere dopo Madrid e lo ha ripetuto anche quest’ anno.
Il Napoli dal punto di vista dell’appeal oltre i confini ha fatto un passo indietro.
Vanno considerate inoltre le mancate entrate finanziare che sarebbero potute derivare da un diverso cammino europeo e dalla partecipazione a finali o supercoppe.
Ciò a tacere degli incassi che il San Paolo avrebbe fatto registrare in una eventuale semifinale di Coppa Italia contro la Juve o in un ottavo di Champions e, perchè no, in un quarto o semifinale di Europa League.
Zero trofei in tre anni e le precoci eliminazioni dalle Coppe sono elementi che la società ha sicuramente tenuto in conto.
Non a caso la scelta di Ancelotti.
Non bisogna dimenticare il calcio di Sarri, apprezzato, applaudito e studiato in tutto il mondo.
E per questo il tecnico toscano va soltanto ringraziato.
Ma in questo Napoli, dove il presidente è più imprenditore che tifoso, serve altro per entusiasmarlo.