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DOLCE STIL JUVE

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Napoli Il dolce stil novo è un importante movimento poetico italiano sviluppatosi tra il 1280 e il 1310 a Firenze, portando la tradizione letteraria italiana verso l’ideale di un poetare ricercato e aulico.

Il “dolce stil Juve” è una licenza giornalistica per sintetizzare gli ultimi sei anni dei bianconeri: gioco non sempre gradevole, mai spettacolare, ma assolutamente trionfale.

Il paradosso è che proprio il Napoli- champagne di Maurizio Sarri sembra si stia avvicinando a questa tendenza.

Tre partite di campionato disputate, tre prestazioni nel complesso bruttine: Napoli non da applausi, Napoli non da registrare per i posteri ma Napoli con nove punti su nove.

Gli azzurri corrono meno, fanno meno possesso palla, creano meno azioni pericolose, tirano meno in porta. Spesso il pallino del gioco è in mano avversaria.

Ma è un Napoli più cinico che concretizza tutto ciò che crea.

Si tratta di una antinomia rispetto al passato, quando i partenopei correvano per 60-70 minuti ad altissimo livello, creando una infinità di palle-gol e producendo grande calcio.

Spesso tuttavia gli uomini di Sarri, stanchi e sulle gambe nei ultimi frangenti di gara, nella migliore delle ipotesi consentivano palle-gol agli avversari di turno, dando palpitazioni ai tifosi. Nella peggiore perdevano punti preziosi.

Sicuramente sulle non brillanti performance azzurre stanno incidendo le non ottimali condizioni fisiche di alcuni “fautori” di gioco come Jorginho, Hamsik e Insigne.

Sicuramente il Napoli giocherà un po’ meglio di così.

Ma, dopo tre partite di campionato, potrebbe essere una scelta tecnico-tattica.

Sarri è abituato a perfezionare difetti anno dopo anno.

E se si fosse rinunciato a parte dello spettacolo per vincere?

Un eresia?

Ma il campo dà questa sensazione. Se si sommano le palle-gol create nelle tre gare di campionato, non totalizzano nemmeno la metà di quelle create in solo match della scorsa stagione.

Strano, considerando che il Napoli dovrebbe essere più avanti con la preparazione per via del play off Champions.

Gli impegni ravvicinati, il ritorno dalle Nazionali, la ripresa dei ritmi, i carichi di lavoro estivi, la condizione fisica di alcuni elementi di spicco.

Tutte spiegazioni valide.

Ma in molti stanno cominciando a pensare, e forse a sperare, in questa metamorfosi degli azzurri e a preferire questo Napoli brutto, inguardabile, irriconoscibile, vincente.

di Mario Civitaquale

 

 

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