NAPOLI. Sono «80 mila gli alloggi abusivi ‘cresciuti’ negli ultimi vent’anni: se vogliamo fare gli ambientalisti diciamo ‘Mai più sanatoria’, dopodiché gli edifici restano dove sono». Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, affronta il tema della sanatoria degli abusi edilizi, parlando a Radio 24. «Se solo dovessimo immaginare una discarica dove buttare il materiale di risulta già avremmo un problema irrisolvibile – sottolinea – e poi chi va a demolire tutto questo?» «La mia posizione – dice – è estremamente realistica ed è rivolta alla soluzione del problema».
«Escludiamo della sanatoria chi ha costruito in zone pericolose per la pubblica incolumità, chi ha violato vincoli di paesaggio assoluti chi ha costruito in zone come la Costiera amalfitana e sorrentina, chi ha realizzato immobili avendo interessi con la camorra – spiega – per il resto se c’è un alloggio abusivo per un’area interna della regione dove non si danneggia nessuno, rendiamo possibile l’inclusione di questi immobili nell’ambito di piani di recupero da realizzare in maniera ragionevole».
«No ai termovalorizzatori, ma non per questioni ideologiche, perché io non ne ho». Ha continuato De Luca a Radio 24 del piano rifiuti. Piuttosto, De Luca spiega che i motivi sono altri: «Avviare oggi la costruzione di un termovalorizzatore, significa attivarlo tra quattro anni, io invece in quattro anni voglio risolvere il problema». Dal punto di vista economico, «un termovalorizzatore richiede un impegno di 350 milioni e mi pare complicato fare un piano economico finanziario che abbia una sua redditività dopo, con questo livello di investimento». De Luca evidenzia che c’è stata «una riduzione di rifiuto prodotto da 5,6 milioni a 5,2 milioni». «Se incrementiamo di un altro 10-15% la raccolta differenziata – ha affermato – si più risolvere ulteriormente il problema». Sul fronte della ecoballe, il governatore campano ha parlato delle «tre iniziative» del piano: «In parte ci sarà una tritovagliatura delle ecoballe, in parte andranno fuori regione, un po’ in Europa e in altre parti d’Italia, con accordi diretti».
Infine puntando alla riqualificazione e al potenziamento degli Stir di Tufino e Giugliano per una nuova linea di tritovagliatura alla lavorazione delle ecoballe. «Sono i costi dello smaltimento delle ecoballe». Così il governatore parla dei 600 milioni da parte del Governo per lo smaltimento delle ecoballe. Sono fondi che «bisogna reperire nella nuova legge di stabilità». «Ovviamente non è che vanno cacciati tutti insieme – spiega -. Facciamo un piano biennale o triennale». «Noi ci impegniamo a realizzare altri 4 o 5 impianti di compostaggio che è il tassello che ci manca – ha aggiunto – Tra gli impegni che abbiamo preso con l’Europa c’era quello di fare tre termovalorizzatori, impianti di compostaggio e bonificare le discariche. Non abbiamo fatto nulla e dunque ci hanno mandati a quel paese». «Ogni giorno spendiamo 120 mila euro, ogni mattina, il Governo italiano stacca un assegno da 120mila che manda all’Unione Europea per l’infrazione che ci è stata comminata dalla Corte di Giustizia per reato ambientale – ha sottolineato – e a questo si aggiungo i 20 milioni di euro secchi che abbiamo già dovuto pagare una tantum». «A me pare francamente un delitto nei confronti del Paese sul piano finanziario e sul piano dell’immagine – ha aggiunto – Abbiamo deciso di affrontare di petto il problema delle ecoballe e della Terra dei Fuochi per risolvere una questione che si trascina da 16 anni, rispetto alla quale abbiamo soltanto balbettato».
De Luca parla di «vicenda talmente aggrovigliata che se oggi si chiedesse a qualcuno di quelli che che sono intervenuti, per il passato, sulle ecoballe, chi è il proprietario, non lo saprebbe». «La mia posizione è questa: in attesa che definiamo con le carte bollate i contenziosi – ha spiegato – io devo risolvere i problemi e il costo dell’operazione è quello che è. Quindi invece di pagare soldi all’Unione Europea, diamo una mano affinché si passi dalla Terra dei Fuochi alla Terra dei Fiori».
Infine De Luca parla di «rischio molto limitato» per la Campania di vedersi bocciato il bilancio regionale da parte della Corte costituzionale, come avvenuto per il Piemonte. Il presidente della Regione Campania dice che «abbiamo risanato la nostra fortuna dalle nostre disgrazie». «Nel senso che siamo commissariati un po’ dappertutto, con la sanità, con le società di trasporti – spiega – quindi c’è stata una gestione abbastanza attenta su quelle disponibilità». «Da questo punto di vista – sottolinea – non avremmo il problema del Piemonte».
fonte: “Il Mattino”