NAPOLI – Quale rapporto esiste tra la scienza e i fumetti? È la domanda su cui Dario Bressanini è stato invitato a discutere sabato 23 aprile 2022 in occasione del secondo giorno di fiera del Napoli COMICON presso la Mostra d’Oltremare di Fuorigrotta. Su due piedi sembra che il quesito accosti due mondi senza punti in comune. Invece il noto divulgatore scientifico ha affascinato i presenti con un breve, ma dettagliato excursus sui temi e gli argomenti che dai primi anni Trenta agli Sessanta hanno legato la ricerca scientifica e i comics. La presentazione è stata moderata da Matteo Stefanelli.
Il titolo dell’incontro nello specifico è stato “Fisica e Chimica nei supereroi. La storia della scienza nei comics raccontata da Dario Bressanini”. Bressanini (classe ’63) è un importante chimico, accademico e saggista italiano da sempre grande appassionato di fumetti. Nel 2020 è stato infatti anche già membro della Giuria dei Premi COMICON/Micheluzzi. Presso la Sala Italia ha dunque colto l’occasione per ripercorrere le tracce del ruolo rivestito dagli studi scientifici nella narrazione del fumetto americano.
Per iniziare dal 1938 agli anni Cinquanta abbiamo la celebre Golden Age che ha dato i natali a supereroi come Superman in testa e poi Batman, Robi, Wonder Woman, Flash, Lanterna Verde, Atomo, Hawkman e Aquaman. Tutti firmati DC. La Marvel, invece, nello stesso periodo ha dato vita alla Torcia Umana, a Namor e a Capitan America. In entrambi i casi il legame tra i protagonisti e la scienza era davvero flebile. Per giustificare i poteri, gli autori sceglievano spesso espedienti narrativi più fantasiosi. Ad esempio Superman, di fatto, era un alieno che proveniva da un altro pianeta.
Dal 1956 agli anni tra il 1969 e il 1971 è l’epoca della Silver Age in cui fu aggiornata la creatività dei supereroi dei fumetti statunitensi della Golden Age. Negli anni Cinquanta c’era stato infatti un momentaneo crollo delle vendite dei fumetti dei supereroi che in questi decenni invece riscuotono un nuovo successo. Dagli anni Settanta in poi i comics riusciranno ad affascinare un pubblico non solo statunitense, ma anche italiano. In questa fase, complici le nuove scoperte scientifiche, la chimica e la fisica iniziano timidamente a contaminare i soggetti narrativi dei fumetti. Formule matematiche, elementi della tavola periodica, principi fisici, provette e laboratori progressivamente diventano sempre più frequenti. Alle volte gli acerrimi nemici incarnano lo stereotipo dello “scienziato pazzo”. In altre occasioni sono gli stessi protagonisti a servirsi della ricerca e dell’applicazione tecnica per potenziare i propri strumenti del Bene nella lotta contro il Male. Da allora il sodalizio tra scienza e fumetti persiste fino ad oggi con grande energia e fascino.
Di Valentina Mazzella