Dopo i primi accenni di primavera, la morsa del gelo è tornata a colpire l’Europa.
Le gelate notturne degli scorsi giorni hanno minacciato tante colture, a partire dalla vite, che ormai ovunque è già all’inizio della sua fase vegetativa, con le prime gemme tra i filari, simbolo di rinascita dopo il riposo invernale.
Questo momento è particolarmente delicato per la pianta, che ha bisogno di essere protetta. Lo sanno bene in Borgogna dove, praticamente ogni anno, a combattere le gelate notturne, con le temperature che precipitano pericolosamente sotto, ci pensano i vigneron, accendendo migliaia di piccoli fuochi tra i preziosi filari di Pinot Nero e Chardonnay.
I falò accesi per tenere al caldo i vigneti dalla Francia all’Italia è una tecnica antica, consolidata nel tempo. Immagini che regalano, seppur in un momento drammatico da un punto di vista agronomico, uno degli spettacoli più belli di cui si possa godere in vigna.
Ma l’esperienza dei vignaioli francesi è ormai diventata un esempio seguito da molti anche in Italia, dove in queste notti le temperature sono scese sotto lo zero termico. L’ondata di gelo che ha investito il centro e il nord dell’Italia ha colpito duramente vigneti e campi.
Tra i territori in allarme, i due più prestigiosi del vino italiano, le Langhe del Barolo e i filari di Sangiovese del Brunello di Montalcino. Dove, i produttori hanno ricorso al fumo del fieno bruciato, per creare una cortina capace di alzare la temperatura dei vigneti, e salvare così le prime gemme, che ancora devono sbocciare. A subire danni, però, sono stati anche i filari di tanti altri territori della Toscana. Nel Piemonte i vigneti a Nebbiolo della zona di Alba temono di avere perso il 50% della produzione, per Brachetto, Barbera e Moscato e le ampie zone dell’Alessandrino si teme addirittura un danno dell’80%. E non va meglio in alcune aree del Canavese, dove nascono i vini Erbaluce.
Nel Lazio nell’oltre metà delle piantagioni si registrano i danni maggiori. Le temperature sono arrivate anche a 6 gradi sotto lo zero. In Veneto dopo ortaggi e colture in pieno campo, frutteti in fiore colpiti anche i vigneti del Prosecco, Chardonnay e Pinot in fase di germogliamento.
Questo grave evento non ha risparmiato nessuna zona dello stivale mettendo a rischio un’economia già compromessa da questo lungo periodo pandemico e dalle recenti alluvioni. Un’ulteriore difficoltà a mettere in discussione i redditi di molte aziende e a repentaglio la prossima campagna vendemmiale.