Napoli – In scena dal 23 al 28 febbraio al Piccolo Bellini di Napoli, “CostellazioniAmleto” manda il protagonista della tragedia shakespeariana in terapia, giocando…Se Amleto vivesse nella contemporaneità… andrebbe in terapia. Dalla tragedia del Bardo, vediamo come il protagonista non riesca a risolvere i suoi problemi… Nella nostra versione, “CostellazioniAmleto”, la sua terapista, incontrando profonde resistenze al miglioramento, decide di aiutarlo proponendogli le Costellazioni Familiari. Questa nuova forma di esplorazione coscienziale fa inscenare ad altri la Tragedia e dà la possibilità a lui di vedere il film della propria vita, mostrando errori e possibili soluzioni. Passano davanti agli occhi di Amleto, i personaggi e le relazioni della sua storia, ma il suo problema rimane: non riesce ad agire. Il vero vincitore della tragedia del principe danese è colui che non si pone troppe domande, ma agisce nel silenzio.
Note di regia
Chi è Amleto oggi? Nella nostra versione è un giovane in terapia psicanalitica, per tutti i suoi scompensi derivanti dall’impossibilità di superare il lutto del padre. Ha inoltre convive con l’effetto Pauli quindi in sua presenza i meccanismi tecnologici vanno in tilt. La sua Coscienza lo spinge a cercare soluzioni alternative, così approda alle Costellazioni Familiari, un metodo olistico in cui altri partecipanti, sentendo la sua energia, impersonano, nel vero senso della parola, sé e i parenti: in questo modo mette in scena la sua tragedia. Si può dire che l’inventore delle Costellazioni familiari è proprio Shakespeare, quando nell’Amleto, con l’aiuto di attori, mette in scena l’assassinio del padre, vera e propria costellazione per l’incredulo zio Claudio. Sulla scena i nostri personaggi senza nome, trovano in Amleto il loro vero autore e, per contrappasso, diventano Ofelia, Laerte, la madre-regina, lo zio-re, e infine Fortebraccio, quest’ultimo unico e vero personaggio. Tutti restano chiusi, confinati nella storia di un uomo pavido, che non riesce a fare, a risolvere, a districare la sua matassa, ma anzi la imbroglia ancora più a fondo e su più piani; e sembra che nessuno abbia la chiave di volta per risolvere il suo problema. Ma è solo apparenza, e alla fine la soluzione lascia tutti in silenzio