Le somme sarebbero state versate dalle Asl della regione Campania alle cliniche convenzionate senza la necessaria verifica degli interventi di cura Covid effettivamente svolti. Le indagini sono affidate nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza
Oltre diciotto milioni di euro sarebbero le somme versate indebitamente dalle Asl della Campania a cliniche private per le convenzioni stipulate per fronteggiare la pandemia per prestazioni Covid nell’ambito di un accordo tra Regione Campania e Aiop Campania. Accordi senza “la necessaria previa verifica degli interventi di cura Covid effettivamente svolti” con pagamenti avvenutii “in maniera del tutto forfettizzata e senza prevedere l’obbligo della rendicontazione delle attivita’ svolte”.
A dirlo e’ il procuratore regionale Maurizio Stanco in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2021. Il “tempestivo intervento” della Procura regionale della Corte dei Conti della Campania ha permesso di evitare il pagamento “indebito” di ulteriori 30 milioni di euro. Su questo c’e’ una indagine della magistratura contabile. Le indagini sono state delegate al Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, che ha calcolato, per ciascuna Asl la somma illecitamente corrisposta.
La vicenda trae origine dalla trasmissione alla Procura contabile, nel maggio 2020, di un report economico-finanziario relativo al contributo della sanità privata all’emergenza epidemiologica dettata dalla diffusione del Covid-19. Sulla base di tale report veniva formulata l’ipotesi di danno erariale alla luce della avvenuta stipula, il 28 marzo 2020, di un contratto tra la Regione Campaniae l’Aiop Campania (Associazione italiana ospedalità privata) per fronteggiare l’emergenza Covid-19, con condizioni contrattuali che prevedevano la corresponsione di “notevoli flussi finanziari dalla Regione alle cliniche convenzionate a prescindere dal valore della reale produzione, vale a dire dalla necessaria previa verifica degli interventi di cura Covid effettivamente svolti, in maniera del tutto forfettizzata e senza prevedere l’obbligo della rendicontazione delle attività svolte”
Ne è risultato che nel periodo interessato, marzo-aprile 2020, le case di cura “hanno emesso fatture illegittime in quanto comprensive, oltre che della remunerazione, su base mensile, della prestazione effettivamente resa, anche del compenso riconducibile a prestazioni mai rese”.
Per ciascuna Azienda Sanitaria si è proceduto quindi alla quantificazione per i mesi di marzo e aprile 2020 “delle somme spettanti per prestazioni rese per i ricoveri ospedalieri di pazienti Covid; degli importi fatturati a titolo di acconto mensile del budget di struttura riconducibile all’Accordo del 28 marzo 2020 e al seguente Addendum del 3 aprile 2020”. L’attività di Procura regionale della Corte dei Conti e della polizia delegata ha consentito di “evitare la corresponsione degli importi fatturati per il mese di aprile, cosicché si è pervenuti, per ciascuna Asl alla individuazione di due diverse grandezze: somme illecite corrisposte e somme illecite non corrisposte”. Il danno erariale è stato quantificato in 18.056.582,12 euro, mentre le somme di cui si è evitato il pagamento sono pari a 29.916.567,26 euro
Il procuratore generale ha sottolineato come una tale vicenda si sia sviluppata in un periodo di criticità operativa che ha vissuto la Procura campana “ per l’ampio ricambio del personale di magistratura, essendosi trasferiti ad altri uffici colleghi da anni svolgenti le funzioni requirenti. A questi ricambi si e’ aggiunto anche quello del procuratore regionale. Questi rilevanti avvicendamenti hanno sensibilmente alterato il regolare andamento dell’Ufficio, determinando una situazione di stasi dell’attività’ inquirente. In questo negativo scenario – dice il procuratore regionale – si e’ aggiunta l’emergenza epidemiologica, che ha di per se’ provocato un generale e significativo rallentamento delle attivita’ d’indagine e di definizione dei fascicoli istruttori, anche in considerazione della sospensione dei termini previsti dalla relativa normativa d’urgenza”.