Gli Assessori alla Casa delle città di Firenze, Bergamo, Bologna, Lodi, Milano, Napoli, Padova, Parma, Roma, Torino, Verona, riunite a Bologna insieme all’Anci Nazionale, hanno discusso delle priorità in tema di politiche per la casa ed emergenza abitativa, per sollecitare il Governo nazionale a tornare protagonista.
Dagli immobili dismessi di proprietà di enti statali o parastatali – autentici buchi neri nelle città – alle esigenze dei cittadini migranti, o fruenti di protezione internazionale, che vengono scaricate sui comuni. Dal progressivo impoverimento delle famiglie, specialmente di quelle che vivono in affitto, all’invecchiamento della popolazione, spesso sola, che genera anche nuovi bisogni abitativi. Per ricomporre questi problemi e ricucire queste divergenze sono necessarie azioni concrete alla scala nazionale, cioè a quella dimensione funzionale a garantire identici diritti e al contempo a riconoscere diversità territoriali: sia iniziative legislative che politiche finanziarie. Perché i comuni, in prima linea, hanno già pagato con un costo ormai insostenibile questo disimpegno.
Le 11 città riunite a Bologna concordano su 5 punti che diventano una proposta per il Governo.
1) Una legge quadro sull’Edilizia Residenziale Pubblica, che restituisca uniformità territoriale nei diritti di accesso e permanenza all’edilizia pubblica e riconosca il diritto alla casa tra i Livelli Essenziali di Assistenza. Una Legge abbinata al rifinanziamento del programma di interventi per il recupero e la razionalizzazione degli immobili e degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (Erp) dei Comuni recuperando anche le residue 112 proposte del Programma innovativo per la qualità dell’abitare (PINQUA) in attesa dei finanziamenti che sono state dichiarate “ammissibili con riserva” e già valutate positivamente dall’Alta Commissione. Una norma che preveda il trasferimento delle risorse direttamente ai Comuni o alle Città Metropolitane; anche introducendo un sistema stabile di credito d’imposta (con possibilità di cessione) per la manutenzione delle case popolari con una prospettiva decennale. Una legge che stimoli e sostenga anche la nascita di un soggetto come le Housing associations cioè un settore d’impresa sociale che si inserisca in quello spazio vuoto – tra Stato e Mercato – per produrre, acquisire e gestire edilizia sociale per le differenti domande emergenti, capace di mettere al centro non solo la casa ma anche l’abitare, cioè l’insieme dei servizi “di accompagnamento” alla casa.
2) L’assegnazione gratuita ai Comuni degli immobili (aree ed edifici) di enti statali o parastatali inutilizzati, da destinare alla realizzazione di politiche per l’abitare, di contrasto all’emergenza abitativa e alla realizzazione di interventi per l’edilizia studentesca, con la previsione di un Fondo per l’adeguamento e la messa in sicurezza degli immobili così assegnati.
3) Il rifinanziamento del Fondo Nazionale Locazione e del Fondo Nazionale Morosi Incolpevoli, quali strumenti continuativi di supporto agli affitti.
4) Una legge nazionale di regolamentazione delle piattaforme turistiche, per governare gli impatti negativi generati sul sistema abitativo dal mercato degli affitti brevi turistici.
5) Una misura nazionale che riconosca strutturalmente l’Emergenza abitativa e l’homelessness come fragilità cui dedicare interventi e risorse.