NAPOLI – Proseguono le indagini per delineare le dinamiche che hanno causato il rovinoso crollo del cimitero monumentale di Poggioreale lo scorso 5 gennaio. Da mesi obiettivo della Procura di Napoli è stato quello di individuare l’eventuale presenza di errori di progettazione e di negligenze sul lavoro. Ad oggi forse l’incidente probatorio della Procura ha condotto a dei risultati. Sembrerebbe che, durante la realizzazione della linea metropolitana, ci fossero già state delle criticità che avrebbero dovuto indurre chi di dovere a usare maggiore cautela nei lavori.
Tali misure di sicurezza non sarebbero state rispettate e proprio questo avrebbe causato il cedimento del terreno e la voragine in cui decine di loculi sono sprofondati. Abbastanza semplice da immaginare già a suo tempo. Finalmente gli inquirenti avrebbero ora delle prove a sostegno con cui imputare almeno venti responsabili. Tra questi comparirebbero la responsabile del procedimento, Serena Riccio, il progettista Francesco Paolo Russo, il direttore dei lavori Filippo Cavuoto e i rappresentanti della società concessionaria Metropolitana di Napoli, il presidente Ennio Cascetta e il direttore tecnico Giovanni Argenziano con i responsabili delle imprese (Cmv Scarl, Cipa spa, Icop Spa) e alcuni collaudatori. I loro nomi sono stati inseriti nel registro degli indagati per il crollo colposo.
Quattro giorni fa è stato disposto un primo dissequestro parziale della zona cimiteriale in cui si è verificato l’incidente. Le indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli e della Procura restano aperte. Gli organi competenti vogliono dimostrare un effettivo rapporto di causa ed effetto tra la realizzazione della metropolitana e il penoso crollo del cimitero monumentale. Nel frattempo i cittadini non hanno mai smesso di chiedere a gran voce giustizia e dignità per i loro cari defunti.
Di Valentina Mazzella