RECENSIONE – “Captain America: Brave New World” sembra essere il cinecomic dell’anno. Molto atteso dai fan, è stato co-scritto e diretto da Julius Onah. Il film si lascia guardare senza grandi criticità anche da coloro che non sono del tutto esperti del mondo Marvel. La sceneggiatura è lineare, senza sbavature. Propone al pubblico un’avventura ricca di azione con un forte messaggio di giustizia e integrità. Fedele al suo filone, la trama di “Captain America” esplora temi di attualità, come la lotta per i diritti e la libertà. Non manca una riflessione sulle sfide del mondo moderno.
Questa volta il protagonista non è Steve Rogers, interpretato a lungo negli anni da Chris Evans. A questo giro assume le vesti di Capitan America Sam Wilson, già noto per essere Falcon. Wilson riceve lo scudo da Rogers e con esso tutte le responsabilità annesse. Il lungometraggio offre agli spettatori un nuovo modello di supereroe: non ciò che tutto vorrebbero essere, ma colui che tutti potrebbero essere grazie all’impegno e ai valori. Senza ricorrere a fiale e ad altri stratagemmi.
Nel cast abbiamo Anthony Mackie nei panni di Sam Wilson. A seguire Danny Ramirez (Joaquin Torres/Falcon), Shira Haas (Ruth Bat-Seraph), Carl Lumbly (Isaiah Bradley) e altri talenti. I personaggi sono sviluppati in maniera abbastanza semplice, senza particolari sfaccettature. Esteticamente non tutti veramente simili alla rispettiva versione cartacea del canone. Gli effetti speciali sono di alta qualità. I dialoghi scritti con scarsa verve e battute prevedibili e un po’ scontate.
In soldoni “Captain America: Brave New World” si rivela in film piacevole da guardare una volta. Difficile decifrare se abbia effettivamente carisma e/o quanto ne abbia. Senza infamia e senza lode. Godibile, ma un po’ tiepido. Quel che certo è i suoi protagonisti hanno aggiunto nuovi elementi alla ricca collezione del franchising della Marvel.
Di Valentina Mazzella
