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Cantine Carputo, trent’anni di amore per il vino: dall’ardente terra alla profondità del mare

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I Campi Flegrei, quest’ardente terra vulcanica e il nostro mare, il Vesuvio che si delinea e ci sorride all’orizzonte ‘un lungo viaggio tra passione, calici al cielo e sogni senza confini’, quegli azzurri fondali che diventano simbolo e strumento di rinascita, di nuova vita.

Lo scorso 24 ottobre, per celebrare gli imminenti trent’anni di attività dell’Azienda Cantine Carputo, una delle realtà vinicole più rilevanti dei Campi Flegrei, si è svolta una magnifica cerimonia, con l’immersione delle casse dei due vini celebrativi nelle acque antistanti Castel dell’Ovo a Napoli, per un esclusivo processo di affinamento subacqueo. 

Due le etichette immerse, circa 2000 bottiglie per tipo, che affineranno in mare per dodici mesi e che rappresentano la storia e l’impegno di Cantine Carputo verso qualità e innovazione: una Falanghina Metodo Classico e un Rosso Riserva, simboli della dualità che contraddistingue la cantina – il sole e la luna, la componente maschile e quella femminile, la meraviglia e il mistero evocati dal mare.

L’affinamento dei vini nella cantina sommersa nelle profondità del Golfo di Napoli è curata da “Megaride Cantine Sommerse” di Francesco Lerro e sfrutterà le particolari condizioni offerte dall’ambiente marino, fondendo il fascino del mare con la tradizione enologica campana. L’operazione underwater nasce proprio in previsione del trentennale che cadrà nel 2025, anno in cui sono già in programma una serie di eventi e degustazioni. Tra questi il recupero delle due referenze con la conseguente rivelazione della veste grafica delle bottiglie immerse.

LE DUE REFERENZE
Il primo è un Vino Spumante di Qualità Metodo Classico Falanghina Millesimato 2021, ottenuto da una vendemmia precoce e manuale delle uve falanghina nella prima decade di settembre 2021. Dopo un affinamento di circa 4 mesi in acciaio, presa di spuma in bottiglia nella prima decade di gennaio 2022 e affinamento sulle fecce per circa 30 mesi, con sboccatura nella prima decade di settembre 2024, vedrà ulteriore affinamento di 12 mesi in mare a partire dal 24 ottobre.

Il secondo vino è un Rosso Riserva Campania IGT 2020, ottenuto da uve Piedirosso e Aglianico. Le uve sono state pigia-diraspatate e lasciate fermentare a temperatura controllata con follature soffici per circa 25 giorni, con due délestages (dopo 10 e 20 giorni). Dopo la svinatura del solo vino fiore, con una resa di circa il 60%, il vino è stato lasciato in silos di acciaio per 6 mesi sulle fecce fini, con leggeri rimontaggi settimanali. Successivamente, il vino ha affinato per circa 36 mesi in tonneau, prima di essere imbottigliato a giugno 2024, in attesa dell’ulteriore affinamento di 12 mesi in mare.


LA CERIMONIA
D’IMMERSIONE
Con il supporto della Lega Navale, da Molo San Vincenzo con autorità e ospiti presenti a bordo è salpata Marenostrum Dikè, la Motovela della Legalità e della Memoria, dirigendosi al largo di Castel dell’Ovo per assistere alle operazioni. Con il suo equipaggio fatto di giovani e studenti di archeologia e subacquea, ambasciatori di giustizia e cultura nei porti del Mediterraneo, una barca che ha solcato il Mediterraneo da oriente verso occidente, restituita alla collettività dopo aver trasportato migranti clandestini alla ricerca di un futuro migliore grazie alla lungimiranza di Archeoclub d’Italia.

Durante l’immersione, i ragazzi dell’Istituto Penale Minorile di Nisida che hanno conseguito il brevetto da sub, si sono occupati delle riprese subacquee, connettendo simbolicamente il tema della legalità con la promozione del patrimonio vinicolo.
Un evento, dunque, che vuole non solo celebrai trent’anni di passione per il vino e per il territorio di Cantine Carputo, ma anche rappresentare un tributo all’importanza della legalità e della valorizzazione del patrimonio enologico della Campania.

A presenziare alla cerimonia di immersione numerosi ospiti istituzionali: il Sindaco di Quarto Antonio Sabino, la Presidente del Consiglio Comunale di Napoli Enza Amato, il Presidente del Consorzio tutela vini Campi Flegrei e Ischia Michele Farro, oltre a numerosi operatori dell’informazione.

Dopo aver assistito all’immersione subaquea, gli ospiti sono stati accolti in cantina per la degustazione delle due referenze non affinate in mare, accompagnati dal fondatore Francesco Carputo, dalla giornalista gastronomica Chiara Giorleo, dall’enologo Antonio Pesce e dalla sommelier dell’AIS Campi Flegrei Paola Licci

L’AZIENDA CARPUTO
Nella città di Quarto, il più grande cratere spento dei Campi Flegrei, sorge l’azienda CANTINE CARPUTO, tra tradizione e innovazione, tra sapori autentici, radici storiche e identità. Una realtà nata nei primi anni novanta, quando il capostipite Francesco Carputo decide di avviare una piccola attività e avvicinarsi al mondo della viticoltura per sfruttare appieno tutte le potenzialità di questo fertile territorio. Oggi quel piccolo sogno tra passione, lavoro e determinazione è diventato una bellissima realtà che, da 30 anni produce vini e spumanti nei Campi Flegrei, terra fertilissima e affascinante per la presenza di una miriade di crateri spenti, tra cui appunto la piana di Quarto. Sulla collina della Viticella, che domina l’omonima piana, in questa zona maggiormente vocata alla viticultura, si sviluppa l’intensa attività di famiglia, tra generazioni che si plasmano e si completano, testimoni e custodi di un profondo amore per questa terra vulcanica dalle antiche radici enologiche. In una perfetta sinergia familiare, oggi Francesco è affiancato dai suoi figli: Maria e Milena in amministrazione, Valentina responsabile marketing e delegata regionale de Le Donne del Vino, Raffaele in produzione con il supporto dell’enologo Antonio Pesce.
Phlegràios” in greco significa ardente ed è proprio su questi terreni ricchi di ceneri, tufi e lapilli che Cantine Carputo coltiva le sue uve, producendo vini di qualità e identità che aspirano ad essere la sintesi migliore di un territorio unico al mondo. 

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