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Campania: da lunedí in zona arancione, ma la curva del contagio resta alta

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Da lunedi’ 19 aprile, la Campania torna in zona arancione, ma i dati non sono rassicuranti, si teme una ripresa del contagio

Secondo il monitoraggio dell’Itituto Superiore di Sanità, la Campania e’ fuori dalla zona rossa ed entra in quella arancione con un Rt compreso tra lo 0,96 e l’1,03 che indica un rischio basso ad alta probabilità di progressione.

I dati del bollettino ufficiale dell’Unita’ di crisi della Regione Campania di ieri, riportano 1.994 nuovi casi su 19.495 tamponi molecolari effettuati, con una curva del contagio di oltre il 10%, il doppio della media nazionale. Si registrano anche  piccoli focolai in alcuni comuni, dove sono state gia’ adottate misure piu’ restrittive. A Roccadaspide, nel salernitano, in cui si e’ registrata un’incidenza della curva del contagio di 4 volte superiore alla media nazionale, sara’ lockdown fino al 2 maggio.  Anche la provincia di Napoli registra dati preoccupanti, con una nuova ripresa dei contagi, collocandosi in piena area di massimo rischio.

Tuttavia, i dati al momento collocano la Campania in zona arancione e dopo sei settimane di zona rossa, da lunedi’ potranno, dunque, riaprire parrucchieri, estetisti, negozi di beni non essenziali e negozi abbigliamento. Riaprono anche parchi e spazi verdi. Nulla cambia, invece, per il settore della ristorazione, dove bar e ristoranti potranno effettuare solo asporto fino alle ore 22, ma solo per i locali che effettuano anche servizi di cucina, mentre per gli altri è fissato alle 18. Per la consegna a domicilio non ci sono restrizioni. I centri commerciali riapriranno, ma rimarrano chiusi nel fine settimana e nei festivi, ad eccezione delle farmacie, parafarmacie, punti vendita di generi alimentari, tabaccherie ed edicole al loro interno.

All’interno del proprio Comune si potrà circolare dalle 5 alle 22, salvo comprovati motivi di lavoro, necessità e salute. Vietati gli spostamenti in entrata e in uscita da una Regione all’altra e da un Comune all’altro, salvo comprovati motivi di lavoro, studio, salute, necessità.

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