CASERTA – I carabinieri hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Napoli a cinque esponenti del clan Belforte di Marcianise (Caserta), accusati di aver partecipato con diversi ruoli all’omicidio di Antonio Frattolillo, gestore di una ditta da autodemolizioni, commesso nell’aprile del 1999 durante lan sanguinosa faida che contrappose la cosca al gruppo rivale dei Piccolo. Durante quel periodo le istituzioni imposero una sorta di “coprifuoco” nella città di Marcianise in quanto gli agguati avvenivano con cadenza quasi quotidiana. Determinanti per la ricostruzione dell’episodio da parte della Dda di Napoli, che ha coordinato le indagini, si sono rivelate le dichiarazioni del pentito Bruno Buttone. Dalle indagini è emerso che l’omicidio di Frattolillo fu deciso dai Belforte per rispondere all’agguato, andato male, di cui fu vittima pochi giorni Luigi Trombetta; questi riuscì a salvarsi nonostante numerosi colpi di pistola sparati verso la sua auto; i Belforte ritenevano che i sicari inviati per Trombetta fossero partiti proprio dall’officina di Frattolillo.