Napoli – Il ministero dell’Interno non ha dubbi: il 95 per cento delle ambulanze impiegate nel servizio 118 nei 91 comuni in provincia di Napoli si trovano da anni nelle mani di due clan, quello dei Casalesi e quello dei Mallardo.
È quanto emerge dal dossier trasmesso dal Viminale al prefetto di Napoli, ricavato da elementi in possesso della Dda, e utilizzato poi come base dall’Ufficio di governo per emettere un’interdittiva antimafia nei confronti della ditta che si era aggiudicata l’appalto nelle Asl 2 e 3. Due famiglie di camorra alleate per spartirsi i milioni del servizio pubblico di trasporto d’urgenza degli ammalati negli ospedali e nelle cliniche.
Un servizio finanziato dalle Asl eD effettuato da centinaia di infermieri ed autisti a bordo di decine di veicoli ma che per gli 007 dell’Antimafia è gestito da un’unica onlus, la “Paf”, acronimo di Pubblica assistenza flegrea.
Mercoledì mattina gli uffici di Giugliano della “Paf” sono stati perquisiti dalla Guardia di finanza. La onlus, infatti, è finita nel mirino dell’antimafia, a suo carico c’è un’interdittiva. Si tratta di un duro colpo all’impresa delle ambulanze che detiene, praticamente in monopolio, il servizio convenzionato di trasporto infermi nelle Asl Napoli 2 nord (Pozzuoli) e Napoli 3 sud (Torre del Greco). Lo stop a operare con gli enti pubblici è stato emanato dalla prefettura di Napoli ed è stato notificato ad aprile all’associazione guidata dal presidente 51enne Vincenzo Di Maio Mastellone.
E adesso è il caos. Le Asl sono state costrette ad avviare la procedura di revoca delle convenzioni e degli appalti assegnati alla “Paf” e a indire affidamenti d’urgenza per sostituirla. Affidamenti che però non sono stati ancora completati, per cui, nelle more di questa transizione, uomini e mezzi della onlus continueranno a operare garantendo il servizio pubblico essenziale. Secondo l’Antimafia la figlia del presidente della “Paf” è socia e amministratrice di una ditta di vigilanza, la Fly Security Service in cui figura una guardia giurata che è il cognato di un affiliato al clan Mallardo.
La ditta sarebbe stata imposta ai commercianti del comune di Lusciano, in provincia di Caserta, da uomini del clan dei Casalesi, poi arrestati e condannati per estorsione. Circostanze che avevano già spinto la Prefettura a interdire la Fly. Inoltre ci sarebbe la frequentazione del presidente Mastellone con persone gravitanti nel mondo del crimine. Gli investigatori hanno anche accertato la presenza tra i dipendenti della onlus di un pregiudicato che è il fratello della guardia giurata della Fly e quindi anche lui cognato dell’affiliato ai Mallardo.
Il presidente Mastellone replica senza scomporsi, nonostante i finanzieri proprio in quel momento gli stessero perquisendo gli uffici di via Domiziana, nella frazione di Varcaturo.
Nel frattempo i responsabili dell’Asl Napoli 2 hanno fatto sapere che sono a norma di legge le certificazioni antimafia dell’appalto assegnato alla Paf e che per avere un quadro più chiaro bisognerà attendere il 23 ottobre. Per quella data è attesa la sentenza del Consiglio di Stato sul ricorso di un’altra azienda, la 2Rti”, contro l’affidamento del servizio 118 alla “Paf”.