RECENSIONE – Una delle rivelazioni più piacevoli del palinsesto di RaiUno delle ultime settimane? Sicuramente la fiction italiana “Blanca” andata in onda in sei episodi fino a ieri sera e – per chi desiderasse recuperarla – disponibile sulla piattaforma di RaiPlay in streaming. Accolta con grande favore dal pubblico televisivo, la serie è liberamente tratta dagli accattivanti romanzi di Patrizia Rinaldi. È stata prodotta in comunione da Lux Vide e da Rai Fiction e potrebbe vendersi tranquillamente al mercato spagnolo o francese. La sua primissima presentazione ha avuto luogo, in anteprima, in occasione della “Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia” lo scorso settembre 2021.
La storia racconta delle vicissitudini di Blanca Ferrando, una giovane consulente specializzata nel décodage di file audio. Nonostante sia cieca, Blanca viene assunta come stagista per sette mesi presso il commissariato di Genova. In un primo momento i colleghi e i superiori non hanno molta considerazione per le sue intuizioni, soprattutto a causa della sua disabilità. Tuttavia, in ogni episodio, Blanca accoglie la sfida e dà loro modo di ricredersi, dimostrando forza e determinazione nell’indagare e risolvere ogni caso. Blanca infatti è “una tosta”, per dirlo in gergo, e, come ricorda a se stessa, “non ha paura del buio”. Innumerevoli flashback rivelano allo spettatore il passato della ragazza, gli eventi che l’hanno portata a crescere e a rafforzarsi. In particolar modo l’incendio che le ha portato via la vista e la sorella maggiore Bea quando aveva appena dodici anni. Non manca inoltre un triangolo amoroso che permette al genere crime e poliziesco di mescolarsi con gli ingredienti elementari delle tradizionali fiction romantiche. Ciò permette di alleggerire le trame pur conservando il ritmo della narrazione e la suspense dei misteri da svelare.
I dialoghi sono ben scritti, spesso divertenti e infarciti della giusta dose di ironia e sarcasmo. I riferimenti alla cultura pop, fra una battuta e l’altra, sono molteplici, specialmente se a parlare è il Commissario Mauro Bacigalupo (il simpaticissimo Enzo Paci). Ogni volta che si affronta il tema della disabilità di Blanca, non si scivola mai nell’abilismo: pregio non da poco. Del resto, nonostante la serie racconti anche il dramma vissuto dalla protagonista nel perdere la vista, la cecità non viene giudicata esclusivamente come un ostacolo. Blanca si impone di “ballare sempre sotto la pioggia” (sia metaforicamente che letteralmente) e di ricavare dalla sua condizione delle nuove opportunità, sviluppando ad esempio al meglio gli altri sensi. Ovviamente è scontato sottolineare che in diversi momenti le capacità di Blanca appaiono quasi inverosimili, da supereroina. Il pubblico pena e si angoscia ogni qual volta questa stagista tutto pepe va a ficcare il naso in situazioni veramente troppo pericolose per una non vedente accompagnata a stento dal suo fedele bulldog americano, Linneo. Tuttavia si ha la consapevolezza di star guardando un’opera di finzione e la si apprezza lo stesso, anche quando Blanca diventa una Sherlock Holmes 2.0 con le sue incredibili deduzioni.
Un riconoscimento speciale va assolutamente alla regia di Jan Maria Michelini e di Giacomo Martelli che hanno deciso di mettersi in gioco e di regalare di frequente anche la singolare prospettiva della stessa Blanca nel percepire il mondo inghiottito dall’oscurità e delineato unicamente dai suoni e dagli odori. Magistrali il montaggio sperimentale di Alessio Doglione e Danilo Perticara e la fotografia di Alessandro Pesci. In “Blanca” nulla è lasciato al caso. Tutto è perfettamente curato. Le musiche in ogni puntata sono capaci di caricare l’adrenalina nelle scene più opportune. Le panoramiche di Genova offrono agli spettatori una città meravigliosa, purtroppo non sfruttata adeguatamente dal cinema. Le scenografie e gli arredi dei set sono sempre ricchi di dettagli. Particolare è, nella maggior parte dei casi, anche la scelta dei costumi, in particolare quando si tratta della stessa Blanca il cui stile nel vestire, super colorato e stilizzato, spesso ricorda l’abbigliamento di un personaggio dei fumetti. Oppure si pensi al look della piccola Lucia (l’adorabile e talentuosa Sara Ciocca) che con il suo caschetto moro ci ricorda inevitabilmente una giovanissima Natalie Portman quando nel 1994 interpretava Mathilda nel film “León”.
Dulcis in fundo i più sentiti complimenti al cast, a partire naturalmente dalla superba interpretazione di Maria Chiara Giannetta nel ruolo di Blanca. Giuseppe Zeno, attore veterano di fiction, era il volto perfetto per vestire i panni di Michele Liguori, collega è fiamma di Blanca. Non da meno sono la performance recitativa di Pierpaolo Spollon che nella serie è Nanni, il cuoco rivale in amore di Liguori, e quella della già citata Sara Ciocca (Lucia Ottonello) che, nonostante la giovanissima età, domina egregiamente la scena. Per realizzare “Blanca” la produzione si è avvalsa dalla consulenza di Andrea Bocelli. Inoltre la serie è stata realizzata interamente in olofonia, ossia una particolare tecnica di registrazione del suono che permette la riproduzione in maniera similare a come viene percepito dall’orecchio umano. Insomma, “Blanca” è un prodotto veramente meticoloso che intrattiene e appassiona il pubblico in queste fredde sere di dicembre. Non si hanno dunque motivi per non sperare e attendere una nuova intrigante stagione per l’anno venturo.
Di Valentina Mazzella