RECENSIONE — Capita abbastanza di frequente che i biopic non vengano accolti di buon grado da tutti. Succede lo stesso con il film “Black to black” che racconta la vita della cantautrice britannica Amy Winehouse. Molti fan replicano che il soggetto non rappresenti in maniera fedele l’artista. Bisogna tuttavia partire dal presupposto che si tratti di un film e non di un documentario. Nonostante alcune piccole libertà artistiche circa la biografia di Amy Winehouse, “Black to black” si rivela in ogni caso un ottimo film.
L’opera è diretta da Sam Taylor-Johnson e scritta da Matt Greenhalgh. La scelta delle inquadrature, l’estetica della fotografia e il montaggio riescono a ricreare le atmosfere in cui Amy ha vissuto. L’impatto è forte. L’impalcatura di “Black to black” è sorretta soprattutto dalla notevole interpretazione di Marisa Abele che da sola buca lo schermo. Attrae tutte le attenzioni degli spettatori su di sé, sulla Amy che è riuscita perfettamente a riprodurre dopo un meticoloso studio dell’originale, attraverso video e interviste di archivio. Il film vanta nel cast anche Jack O’Connell, Eddie Marsan e Lesley Manville.
“Black to black”, in quanto un biopic su una cantautrice, inevitabilmente ha una fortissima componente musicale. Le canzoni di Amy Winehouse sono state interpretate da Marisa Abele. Tutte inserite nella trama nei momenti giusti per evidenziare l’evoluzione e il vissuto della protagonista. Lo stesso titolo del film richiama un brano di Amy Winehouse che aveva lo scopo di descrivere un passaggio dall’oscurità all’oscurità. L’intera opera, infatti, si presenta come un ritratto delle fragilità dell’iconica Amy. Un ritratto delicato che non mira a esaltarne gli eccessi, ma nemmeno a condannare il baratro in cui la donna è precipitata.
Sì, la donna. Perché Amy Winehouse è stata una grande cantautrice. Un’artista immensa. Ma prima di tutto era una persona con le sue debolezze, la sua solitudine, i suoi problemi e un grande bisogno di affetto. Il pubblico guarda il film e nel cuore nasce un po’ il desiderio di abbracciare non la cantante, ma la ragazza scomparsa a soli 27 anni. In “Black to black” compare un simbolismo perfetto, scelto per rappresentare il modo in cui l’artista è stata sopraffatta dalla vita. È l’immagine di un canarino in gabbia inquadrato più volte durante il lungometraggio. Oggi speriamo che, ovunque sia, finalmente Amy abbia la libertà e l’amore tanto agognati. Ciò che è certo è che con noi restano i suoi testi e la sua voce, capaci ancora di far vibrare l’anima.
Di Valentina Mazzella