Un pool di ricercatori ha pubblicato uno studio che riassume lo stato dell’arte sulle proprietà del vino: il ruolo protettivo sulla salute di un consumo moderato, soprattutto se inserito in un modello di dieta mediterranea.
Vino e salute è un argomento molto dibattuto ed estremamente attuale, su cui è necessario continuare a fare chiarezza, anche alla luce delle evidenze scientifiche. Infatti, se è assodato che l’abuso di alcol è seriamente dannoso per la salute, se si prende invece in considerazione un consumo moderato di vino è proprio la letteratura medico scientifica ad evidenziarne un ruolo protettivo, specialmente in abbinamento a corretti stili alimentari.
Questo il presupposto del Convegno “Bere mediterraneo. Gli effetti sulla salute di un consumo moderato del vino“ – realizzato su iniziativa del Senatore Gian Marco Centinaio a Palazzo Giustiani – che ha visto esperti italiani e internazionali confrontarsi sui risultati della review ‘Moderate Wine Consumption and Health: A Narrative Review’, pubblicata sulla rivista internazionale Nutrients e che, di fatto, è il più recente lavoro scientifico a riassumere lo stato dell’arte sul consumo moderato di vino. Una pubblicazione che evidenzia le differenze fra vino e altre bevande alcoliche nella modulazione delle vie biochimiche e dell’espressione genica dei componenti bioattivi e che conferma che il vino, se consumato moderatamente, non solo non aumenta il rischio di malattie cronico-degenerative, ma è anche associato a possibili benefici per la salute, soprattutto se inserito in un modello di dieta mediterranea.
Frutto dell’impegno di un gruppo di ricercatori indipendenti e afferenti a diverse istituzioni accademiche italiane – formato da Silvana Hrelia e Marco Malaguti, Dipartimento di Nutrizione Umana dell’Università di Bologna, Laura di Renzo, Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione dell’Università Tor Vergata di Roma, Luigi Bavaresco, Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali Sostenibili dell’Università Cattolica S. Cuore di Piacenza, Elisabetta Bernardi, Dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Ambiente dell’Università di Bari e infine Attilio Giacosa, Dipartimento di Gastroenterologia e Nutrizione Clinica del Policlinico di Monza – la review ha avuto come obiettivo quello di rivalutare, alla luce delle più recenti evidenze scientifiche, la relazione che sussiste tra tipo e dose di bevanda alcolica consumata rispetto alla riduzione o all’incremento del rischio di malattie. Per la valutazione del consumo moderato del vino e gli effetti sulla salute, il pool di ricercatori ha selezionato 24 studi scientifici, tramite ricerche su banche dati di letteratura scientifica (PubMed, Scopus e Google Scholar), pubblicati tra il 2010 e il 2022. In particolare, 8 studi riguardavano le malattie cardiovascolari, 3 il diabete di tipo 2, 4 le malattie neurodegenerative, 5 il cancro e 4 la longevità. Quello che ne è risultato è un lavoro che descrive davvero il vino a 360 gradi, non solo per quanto riguarda la sua relazione con le principali patologie del nostro tempo (malattie cronico degenerative), ma anche perché descrive la sua relazione con la dieta Mediterranea, fornisce elementi di viticoltura e discute gli aspetti biochimici alla base degli effetti positivi dei nutraceutici che esso contiene.
Il vino, infatti, è un’alchimia di proprietà uniche, con una composizione ricca e originale in termini di polifenoli e antiossidanti e un’associazione protettiva tra il consumo di vino da basso a moderato e le malattie cardiovascolari, il diabete di tipo 2 e i disturbi neurologici. Proprio il lavoro di analisi dei dati clinici sugli effetti del vino consumato in quantità moderata, ha fatto rilevare come a tali livelli di assunzione i rischi siano contenuti, mentre i benefici evidenti, soprattutto se inserito in un modello di dieta mediterranea. Un “modo mediterraneo di bere” legato alla longevità, dunque, che prevede un’assunzione moderata di vino in età adulta soprattutto durante i pasti, e che potrebbe rappresentare il modo migliore per diminuire gli effetti tossici dell’etanolo e contemporaneamente aumentare le difese antiossidanti e disintossicanti grazie all’effetto sinergico di un’ampia gamma di componenti bioattivi in grado di modulare le difese dell’organismo e proteggere dalle malattie croniche/degenerative.
Le recenti polemiche e il dibattito mediatico seguito alla mancata presa di posizione da parte della Commissione Europea sulla legge irlandese relativa agli “health warning” in etichetta hanno fatto comprendere come, anche in Italia, sia necessario avere un punto di riferimento scientifico fare ricerca e informazione equilibrata e trasparente in tema di vino alimentazione e salute. Proprio in occasione del Convegno “Bere mediterraneo. Gli effetti sulla salute di un consumo moderato del vino“ è stata annunciata anche la nascita dell’Istituto per la Ricerca su Vino, Alimentazione e Salute. La nuova istituzione, presieduta da Luigi Tonino Marsella, Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione dell’Università di Roma Tor Vergata, si propone di promuovere e facilitare la diffusione della conoscenza e dell’informazione di temi riguardanti la Dieta mediterranea e il consumo moderato e consapevole di vino, in rapporto ad una corretta alimentazione, alla salute e al benessere della popolazione, salvaguardando e valorizzando la cultura del territorio. L’Istituto stimolerà ricerca, approfondimento, confronto e partecipazione tra accademici, Istituzioni, settore e professionisti del settore sanitario per educare in modo trasparente i consumatori e fare cultura su vino, alimentazione e salute.