Napoli – Il Napoli non sa più vincere, 1-1 con la Lazio al San Paolo e zona Champions che si allontana. Niente drammi, i competitor sono tutti lì. Ma il Napoli è preoccupante.
Le performance degli azzurri denotano due paradossi agghiaccianti.
Innanzitutto il Napoli è una delle squadre che gioca il miglior calcio della Serie A ed una di quelle con il più alto possesso palla e la più elevata media di passaggi completati.
Il paradosso è però che il bel calcio dei partenopei si ferma al limite dell’area avversaria: vi si arriva con grandi azioni corali, triangolazioni da applausi, tagli e inserimenti. Ma nessuno conclude degnamente l’azione, mancando l’ultimo passaggio, la sponda giusta, il tiro decisivo.
L’assenza di Milik è pesantissima, molto più pesante di quanto ci si aspettasse.
Mertens non solo non riesce a giocare nel ruolo di prima punta, ma è addirittura “sprecato”; quando il belga viene spostato a sinistra o si defila in quella zona di campo diviene devastante.
Gabbiadini non è assolutamente una prima punta ed oggettivamente non ci mette nemmeno lo spirito giusto, sbagliando sponde ed appoggi facili.
Anche Sarri è indecifrabile. Perchè in questo mese e mezzo che manca al mercato di gennaio, quando una punta deve arrivare, non provare un 4-4-2 o un 4-3-1-2, con Gabbiadini e Callejon punte?
Non c’è il perno del 4-3-3, è evidente. Non ha senso continuare a giocare con questo modulo; non si segna, non si vince e si è passati da una media di quasi tre gol a partita ed una di un gol a match…
L’altro paradosso sono i gol subiti.
Il Napoli è una delle squadre la cui linea di difesa si muove meglio, una delle compagini che rischia meno. Non si registrano “goleade” prese dal Napoli, mai in verità schiacciato dall’avversario o in sofferenza.
Eppure viene sempre subito quel gol a partita che, per una squadra che segna poco e a fatica, è un macigno.
Una volta Jorginho, una Ghoulam, un’altra Koulibaly e poi Maksimovic e ancora Allan, sempre più spesso Reina. Non è possibile: dalla Roma alla Lazio, passando per la Champions, il Napoli ha regalato otto gol su undici. Non si tratta di errori di reparto o di modulo, di posizione o di schema. Ma di vere e proprie “papere”.
Gli obiettivi stagionali sono ancora lì, con un Napoli in corsa per la qualificazione agli ottavi di Champions e per i primi tre posti. Ma così è uno smacco continuo.
di Mario Civitaquale