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Anno 1562: una legge a Napoli vieta il bacio

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Benvenuti al nuovo appuntamento della rubrica: “๐‘ต๐’‚๐’‘๐’๐’๐’Š ๐’‚๐’๐’•๐’Š๐’„๐’‚: ๐’”๐’•๐’๐’“๐’Š๐’‚, ๐’‚๐’๐’†๐’…๐’…๐’๐’•๐’Š ๐’† ๐’„๐’–๐’“๐’Š๐’๐’”๐’Š๐’•๐’‚'”.

 

Noto anche come Filippo il Prudente, figlio di Carlo V, il 25 luglio 1554, divenne re di Napoli Filippo I che governava la cittร  attraverso il vicerรฉ Pedro Afan de Ribera, giunto a Napoli nel 1559.

Pochi vicerรฉ mostrarono uguale capacitร  nell’affrontare e, talora, superare le continue difficoltร  (carestie, terremoti, banditi ed epidemie) che nel suo lungo governo gli si pararono innanzi. Furono proprio le epidemie a incoraggiare il vicerรฉ nell’emanare il divieto del 9 marzo 1562 che proibiva lo scambio di baci in pubblico. I baci, infatti, potevano essere veicoli per la peste nel diffondersi in cittร .

Altri storici, invece, pensano che la legge era nata per proteggere le donne che subivano violenze e nel regolamentare la differenza tra la violenza sessuale e il semplice approccio.

Purtroppo, la legge anti-bacio fu un vero fallimento in quanto nel novembre del 1562 arrivรฒ una mortale epidemia di catarro.

Nella storia dell’uomo, il bacio rimane la grande vittima che sacrifica la socializzazione e l’amore per proteggere la vita.

 

Saluti cordiali,

Pino Spera, Responsabile della Sezione Storia della Biblioteca I Care, Pomigliano d’Arco (NA).

 

 

 

 

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