Napoli – «Alla luce delle circa 2.000 firme raccolte in poche ore tra i cittadini di Miano per dire no all’insediamento dei rom di Cupa Perillo nella caserma Boscariello e, dopo aver mostrata chiara e netta la nostra posizione contraria ad una decisione che riteniamo scellerata e che mortifica un territorio che sta tentando con le sue sole forze di risollevarsi dopo anni di abbandono, avevamo organizzato per domani pomeriggio, una grande manifestazione popolare che invece sarà annullata.
Una manifestazione che non voleva essere un no secco e razzista ai rom, ma evidenziare a chi pure avrebbe il dovere di ascoltare gli innumerevoli problemi quotidiani che siamo costretti ad affrontare, la ferrea volontà da parte dei cittadini di Miano di vedere nascere proprio all’interno della Boscariello la Cittadella dello Sport».
Lo dice in una nota Maurizio Moschetti, presidente della VII Municipalità, che annuncia: «dopo i tafferugli e la violenza verbale e fisica attuata da alcuni facinorosi in un luogo istituzionale come il Consiglio di Municipalità e dopo aver appreso dal prefetto di Napoli che il Comune non dispone attualmente di soluzioni alternative per i rom mi vedo costretto, mio malgrado, ad annullare il corteo che si sarebbe dovuto snodare tra le vie del quartiere come forma di pacifica protesta contro il degrado e contro la visione “lungomarecentrica” di questa amministrazione comunale che si ricorda delle periferie solo in campagna elettorale.
Da rappresentante delle istituzioni – attacca ancora Moschetti – che ha a cuore gli interessi dei cittadini che amministra sarò comunque presente domani, alle ore 10, all’esterno della caserma Boscariello per ascoltare le rimostranze dei cittadini e spiegare loro le decisioni prese dal Comune e per ribadire la nostra volontà di continuare a lavorare per il bene del quartiere. Ringrazio il prefetto per averci ascoltati, dimostrando grande apertura verso il territorio e per aver ribadito che vigilerà affinché l’occupazione della Boscariello da parte dei rom non superi i tempi prestabiliti.
La nostra è una battaglia di civiltà – conclude – che niente ha a che vedere con il razzismo. Ci battiamo per ottenere condizioni di vita migliori per i cittadini, non per fare battaglie razziste che niente hanno a che vedere con la nostra storia, la nostra sensibilità umana e la nostra cultura politica. Non possiamo in alcun modo permettere che i cittadini corrano rischi a causa di pochi esagitati, che vogliono strumentalizzare politicamente il giusto risentimento dei residenti di Miano»