Fino a qualche tempo fa alla domanda: “Come immagineresti un seguito di Jumanji?” chiunque, nove casi su dieci, avrebbe risposto fantasticando sul ritrovamento del celeberrimo gioco da tavolo che, nell’ultima sequenza del film di Joe Johnston del 1995, ricordiamo semisepolto nella sabbia, accompagnato dal suo inimitabile rullo di tamburi che aveva finito con l’attrarre l’attenzione di due giovani passanti. Ecco: era esattamente questa rapida scena a preannunciare l’inizio di altri guai per qualcun altro. Era il presupposto perfetto per impastare una nuova avventura con dei nuovi giocatori.
Per questo, quando qualche anno fa è stata annunciata la produzione di un sequel di Jumanji, non c’era davvero da storcere il naso. Certo, con un confronto e un giudizio troppo severi il rischio di una delusione poteva essere in agguato, ma non era detta l’ultima parola. Peccato che l’amarezza abbia poi trovato terreno fertile quattro giorni fa quando finalmente è stato divulgato il tanto atteso trailer. “Jumanji 2: Welcome to the jungle”, diretto da Jake Kasdan, arriverà nei cinema italiani a gennaio 2018. Immediatamente pioggia di polemiche.
Come mai? Decidiamo di sbirciare anche noi, diamo un’occhiata e in effetti non si può di primo acchito non avvertire l’irrefrenabile istinto di unirsi ai cori di disapprovazione. Un libro non si giudica dalla copertina, vero, e in questo caso non si dovrebbe giudicare un film dal trailer… però davvero i presupposti del nuovo sequel appaiono strazianti.
Come dicevamo per ventidue anni il pubblico ha atteso che quella benedetta scatola venisse ritrovata… Invece oggi scopriamo che i nuovi sceneggiatori hanno trasformato il gioco da tavolo in un videogioco! Ebbene sì: nel nuovo film Jumanji sarà una console ritrovata da alcuni studenti in un magazzino scolastico. Niente più dadi! Niente più pedine! I nuovi protagonisti sceglieranno degli avatar e verranno risucchiati dal videogioco. Catapultati nella giungla di Jumanji, assumeranno le sembianze dei personaggi scelti prima della partita. E da qui le varie peripezie.
La trama, raccontata su due piedi, sembra interessante. Sicuramente sarà un film divertente. Soprattutto considerando il cast che vanta la presenza di Dwayne Johnson, Jack Black, Kevin Hart, Karen Gillan, Nick Jonas e altri nomi. Tuttavia resta il fatto che non si tratti realmente di Jumanji. Jumanji era un gioco da tavolo e il cambiamento per adeguarsi ai tempi e alle nuove forme di intrattenimento non è giustificabile. La storia di un videogioco che assorbe i player è una vicenda con un suo perché, ma di nuovo: non è Jumanji! È un altro film… Perché hanno deciso di propinarlo come seguito di un classico iconico? Solo per cavalcare la notorietà del titolo? A che serve attrarre spettatori per poi deluderne le aspettative e ricevere critiche negative? Nessuno avrebbe reclamato se avessero creato questa nuova pellicola, senza cercare a tutti i costi di collegarla al film del 1995, e avessero poi spiegato ad esempio: “Per le ambientazioni ci siamo ispirati a Jumanji: prendetela come un omaggio!”.
Se gli autori (Chris McKenna, Erik Sommers, Scott Rosenberg e Jeff Pinkner) invece si fossero abbandonati di meno all’estro rivoluzionario, la Sony avrebbe potuto guadagnare lo stesso sul merchandising. Un videogioco ispirato al film l’avremmo comprato lo stesso, anche se Jumanji fosse rimasto un gioco da tavolo come in origine. Con l’introduzione dell’aspetto tecnologico Jumanji perde la sua essenza primordiale, quell’alone a metà fra antico e misterioso che avvolgeva una scatola capace di mettere chi la trovava di fronte a tutte le sue paure ancestrali dalle quali, si imparava, non si può scappare per sempre. Il passato prima o poi torna a chiederti il conto. Jumanji era tutto questo: un film d’avventura con le sue atmosfere soprannaturali, la forte componente drammatica e gli esilaranti momenti comici. E doveva continuare a essere ciò.
Forse così il soggetto narrativo sarebbe risultato troppo banale? Ma alle persone in fondo piace seguire le storie di cui già indovinano il finale! E poi la sfida sarebbe stata tutta lì: riuscire a stupire ancora i fan dopo due decenni raccontando una storia del tutto nuova a partire dai presupposti vecchi senza risultare ripetitivi. Allora ci saremmo già aspettati di vedere dei nuovi personaggi risucchiati dal gioco da tavolo, esattamente come Alan, mentre altri proseguivano la partita dal mondo reale… secondo le regole di Jumanji che noi tutti conosciamo.
La domanda sorge spontanea: come faranno i nuovi personaggi a uscire dal gioco senza che nessuno giochi nella nostra dimensione? “Nella giungla dovrai stare finché un 5 o un 8 non compare” non dice niente a nessuno? E a proposito di Alan Parrish, alcune fonti rivelano che i nuovi eroi troveranno nella giungla degli indizi lasciati proprio da Alan durante il suo lungo soggiorno in Jumanji: è il tributo che si è deciso di rendere alla memoria del grande Robin Williams, venuto purtroppo a mancare nell’agosto del 2014.
Così oggi, con questi interrogativi e il ricordo delle emozioni che il film del 1995 continua a regalarci da ventidue anni, restiamo in attesa dell’uscita nelle sale del film Jumanji 2. La speranza è che la visione ci faccia ricredere e che il risultato sia meno commerciale e disturbante di come si presenta nel trailer. In fondo c’è poco da scherzare: “Una legge di Jumanji hai voluto violare, più indietro della pedina dovrai ritornare” leggeva Judy. “Indietro, in fondo… nelle classifiche del botteghino” precisiamo noi.
Di Valentina Mazzella