Milano – Il caso di Gigio Donnarumma è emblematico del potere che i procuratori hanno oggi nel mondo del calcio. Perché Mino Raiola, con le sue abilissime mosse, è riuscito a far pendere l’ago della bilancia dalla propria parte, nonostante una trattativa infinita con il Milan per il rinnovo del contratto. Un lunghissimo tira e molla che si è concluso con il veto del procuratore, che mette sul mercato il portiere 18 enne più forte al mondo.
La decisione di Raiola è storica, perché priva i rossoneri di una
potenziale bandiera per il presente, ma soprattutto per il futuro.
Ma siamo sicuri che, stavolta, Raiola stia davvero facendo il bene di Donnarumma? Il dubbio rimane, soprattutto perché il giovane Gigio avrebbe potuto rinnovare con il Milan, per poter migliorare gradualmente. Senza pensare troppo alle ambizioni, ai soldi e ad un calcio che oggi mette nelle condizioni i giovani di voler tutto e subito. Potrà andare al Psg, al Real Madrid o al Manchester United, ma il rischio che il giovanissimo portiere bruci troppe tappe in pochissimo tempo c’è. E non è un aspetto positivo. Qualche anno di Milan, anche con ambizioni meno altisonanti, avrebbero potuto aiutarlo a crescere senza l’assillo di dover vincere per forza.
Diversamente è andata a Kean, che ha prolungato il contratto con la Juve, in virtù di un accordo già trovato da tempo fra Marotta e Raiola. Ma stavolta non è la trattativa fuori dal campo a lasciare delle perplessità, quanto l’indolenza di un ragazzo del 2000 che, nella semifinale Primavera contro la Fiorentina, si è cagato il rigore decisivo calciandolo da un bambino viziato. Da presuntuoso soprattutto, nel modo peggiore possibile, nella maniera che riesce a farti diventare oggetto di scherno agli occhi del mondo.
E se anche Balotelli, che a furia di perdere treni su treni, non è ancora riuscito a svoltare un motivo ci dovrà pur essere. Troppi vizi ed eccessivamente spasmodica la volontà di Raiola di fargli guadagnare più soldi possibili. In questo modo il talento italiano più cristallino degli ultimi 10 anni si è bruciato, diventando cenere agli occhi delle superpotenze del calcio europeo. Forse, senza Raiola ma con un procuratore che avrebbe dovuto essere per lui un secondo padre, la carriera di Balotelli avrebbe preso una piega diversa.
Ecco, il problema di Raiola un agente è che tratta tutti i suoi assistiti allo stesso modo.
di Claudio Greco