POMIGLIANO D’ARCO – Cosa accade “quando il libro per ragazzi incontra il cinema”? Quesito interessante scelto come tema portante per l’ultimo accattivante appuntamento della XII Rassegna Triennale del Libro per Ragazzi organizzata dal Centro Giorgio La Pira e dalla Biblioteca I Care di Pomigliano d’Arco. L’evento si è svolto ieri mattina – sabato 27 maggio – presso la sede del centro concludendo il percorso “Lavori in corso… per abbattere muri… e costruire ponti!”.
Fiore all’occhiello è stata la presenza di Antonia Grimaldi, vicedirettore artistico del Giffoni Film Festival, che ha incontrato alcune classi dei licei S. Cantone e M. Serao di Pomigliano nell’ambito dell’iniziativa Alternanza Scuola Lavoro con la moderazione di Sonia Spera, una studentessa del Liceo Classico V. Imbriani. Una spiegazione appassionata ed esaustiva è quanto in questa occasione è stato offerto alle scolaresche dal vicedirettore. Antonia Grimaldi del resto è cresciuta con il Giffoni Film Festival a cui partecipò la prima volta quando aveva solo cinque anni. Da allora, innamorata, non ne ha più potuto fare a meno.
In occasione dei 47 anni della manifestazione si è cercato di ricostruire a grandi linee il percorso della rassegna e il vicedirettore Grimaldi ha premesso subito che quella del Giffoni Film Festival sia innanzitutto “una storia delle storie”. In quasi mezzo secolo l’evento ha dimostrato di saper percepire e distinguere i cambiamenti e i bisogni della società nel susseguirsi dei decenni. È una manifestazione che ha rivelato doti preziose come l’umiltà nel sapersi mettere ogni volta in discussione, la voglia e l’entusiasmo nell’entrare in gioco e la capacità di reinventarsi. A partire dal nome: dal 2009 il Giffoni Film Festival cambia il proprio titolo in Giffoni Experience alludendo alla propria identità innanzitutto di “esperienza”. È così che descrivono del resto l’evento tutti i giovani che partecipano all’iniziativa nella giuria: una straordinaria e vorticosa esperienza di incontro, dialogo, confronto e scoperta con centinaia di persone diverse per provenienza, cultura e opinioni.
Una travolgente esperienza che nel corso di 47 anni ha dovuto fare i conti con l’evoluzione della percezione sociale dell’infanzia che ha portato alla nascita di ben cinque sezioni Under 18. Con la scomparsa pedagogica del fanciullo unico, spiega Antonia Grimaldi, si è infatti avvertita l’esigenza di proporre film che trattassero tematiche diverse in base alle fasce di età: dai 3 ai 5 anni, dai 6 ai 9, dai 10 ai 12, dai 13 ai 15 e dai 16 ai 17. L’atmosfera invitante con le sue molteplici opportunità ha infine portato il Festival a crescere fino a inaugurare anche una sezione Generator +18 in cui si visionano pellicole che parlano di infanzia e ragazzi, ma non adatte a un pubblico giovanissimo.
Nel corso degli anni sono inoltre cambiate molto le provenienze e le tipologie dei film presentati in sala nell’ambito della rassegna. Nelle prime edizioni degli anni ’70 molte pellicole erano ispirate a favole e a classici per l’infanzia dell’Ottocento realizzate perlopiù in Italia, nell’Europa dell’Est e negli USA. Negli ultimi trent’anni invece si è attinto molto dal cinema nordeuropeo la cui qualità tecnica e contenutistica è incrementata soprattutto grazie ai maggiori investimenti statali di quei Paesi nel settore cinematografico. A partire dagli anni Ottanta i Teenagers sono poi diventati una categoria commerciale di pubblico presa in considerazione dal marketing e dai media. Ciò ha portato i film ad approfondire delicate questioni come il bullismo, l’omosessualità o la maternità fra gli adolescenti. Allo stesso tempo le sceneggiature sono sempre più di frequente basate su soggetti originali o su libri e fumetti contemporanei.
Ed è qui, esattamente a questo crocevia, che si colloca l’incontro fra il libro e il cinema. Nell’era dell’immagine spesso i ragazzi son troppo pigri per approcciare la lettura e preferiscono la brevità e l’immediatezza del cinema. Antonia Grimaldi cita lo scrittore Daniel Pennac che, in “Come un romanzo”, spiega che l’educazione alla lettura dovrebbe avvenire attraverso la libertà: addirittura la libertà di iniziare un libro dalla fine o dal mezzo piuttosto che dall’inizio perché è solo la libertà che nutre una sana e spontanea curiosità. Tuttavia, fin quando questo nelle scuole non accadrà, spesso capita che almeno il cinema dia motivo ai giovani di leggere ancora nel tempo libero senza bisogno di imposizioni. Magari per scoprire una storia nella sua veste integrale su carta o conoscerne già il proseguimento invece di attendere per anni un sequel. E nulla vieta, soggiunge il vicedirettore artistico, che dalla narrativa per ragazzi non si possa poi decidere di passare un giorno a una letteratura più impegnativa.
Un convegno interessante che si è concluso con l’intervento dell’Assessore all’Istruzione, Cultura e Politiche Giovanili di Pomigliano d’Arco Franca Trotta che ha posto l’accento sul valore della testimonianza di Antonia Grimaldi con l’augurio di tanti altri futuri incontri fra Giffoni e Pomigliano d’Arco. In fondo, come scrive anche Mimmo De Cicco, il Presidente del Centro G. La Pira, “garantire ai nostri ragazzi un domani è possibile solo trasmettendo e nutrendosi di passione, pensiero, coraggio e sogno”.
Di Valentina Mazzella