NAPOLI – Ne è passato di tempo dal remote periodo in cui il Napoli Comicon nasceva al Castel Sant’Elmo come un piccolo esperimento proponendosi al pubblico per lo piu come un evento di nicchia. Poi c’è stato il trasferimento alla Mostra d’Oltremare a Fuorigrotta per rispondere alla massiccia crescita di partecipanti che è seguita negli anni. Ieri ad esempio si è conclusa la sua XIX edizione che ha contato ben oltre i 130mila visitatori.
Tale grandiosa adesione ha richiesto per ovvie ragioni degli aggiornamenti nell’organizzazione. E non ci complimentiamo, come al solito, solo per la proposta di convegni e spettacoli accattivanti e di ospiti di spessore. In fondo nei giorni scorsi, parlando dell’orgoglio che rappresenta per Napoli, lo hanno detto anche il sindaco De Magistris e l’assessore alla cultura Nino Daniele: la fiera sta assumendo sempre più i caratteri di un evento di natura internazionale se si pensa a presenze da tutto il mondo come il disegnatore di Dragon Ball Super Akira Toriyama, l’attore irlandese Liam Cunningham de “Il Trono di spade”, l’americana Rachel Keller di “Legion”, lo scrittore francese Daniel Pennac e tanti altri nomi di grande rilievo.
Fra l’altro fortuna ha voluto che quest’anno le condizioni meteorologiche fossero delle migliori. Fatta perciò eccezione per il primo freddo e grigio giorno, gli altri tre sono stati dí di sole. Per la gioia soprattutto dei numerosi cosplayer truccati e con addosso costumi leggeri e colorate parrucche sintetiche (tutte le foto in arredo e della gallery sono di Francesco Palladino). Nel 2016 i padiglioni si erano invece rivelati, ricordiamo, davvero inadeguati nell’accogliere un esubero di persone che, a causa della pioggia, non potevano distribuirsi anche all’aperto.
Tuttavia gli elogi quest’anno vanno anche a chi opera sul campo in prima linea, ma vive sempre un po’ nell’ombra. Ad esempio accurati sono stati i controlli all’ingresso finanche alle perquisizioni, laddove necessarie, senza tuttavia risultare invasive. Ovviamente finalizzate al bene comune affinché non si verificassero episodi spiacevoli all’interno della mostra. Efficiente la security e laboriosi gli addetti alla pulizia dei servizi igienici e alla raccolta dei rifiuti nel corso di tutta la giornata. Purtroppo non è possibile impedire l’inciviltà di chi getta l’assorbente sporco sul pavimento del bagno e il recipiente vuoto del ramen nel laghetto laddove vi siano così tante persone da controllare. Ciononostante i dipendenti non si sono mai fermati e sicuramente non si è mai arrivati al degrado di qualche anno fa.
Più sorridenti e pazienti, rispetto alla scorsa edizione, anche i membri dei vari staff che gestivano file e prenotazioni. E qui casca l’asino. Il grosso tasto dolente del Napoli COMICON 2017 è stato dato ancora una volta dalle numerose, lunghissime e interminabili file… Tutta la fiera è stata una fila: una fila per entrare, una fila per andare al bagno, una fila per comprare da mangiare, una fila per partecipare a un sorteggio, una fila per prendere il biglietto per questo o quell’altro evento, una fila per accedere all’Auditorium, una fila per avere l’autografo di Tizio e di Caio… Ora non vogliamo fare gli stupidi. Sappiamo che è inevitabile che si creino file chilometriche con tanta gente e programmi tanto allettanti. Il punto non è che non si abbia voglia di fare file, ma che la distribuzione – non gestita al meglio – dei biglietti gratuiti per incontri molto bramati crei inevitabilmente situazioni spiacevoli.
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Offriamo l’esempio della proiezione in anteprima del film “I peggiori” di Vittorio Alfieri: in un batter d’occhio i biglietti per lo spettacolo si sono esauriti. Durante la proiezione tuttavia nella sala vi erano moltissimi posti vuoti. Cosa ne deduciamo? Che alcuni visitatori hanno preso il ticket appena entrati, ma arrivata l’ora della proiezione abbiano preferito proseguire gli acquisti o qualsiasi altra attività. Nel frattempo però qualcun altro, magari più sinceramente interessato, è stato privato dell’opportunità. E medesimo discorso vale per tanti altri eventi i cui biglietti sono finiti nel giro di mezz’ora dall’orario di ingresso tagliando le gambe a chi magari ha avuto un ritardo con i mezzi o nel mattino lavorava e poteva partecipare alla fiera dal pomeriggio in poi.
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Chi tardi arriva perde la poltrona, è vero, ma non è giusto se quella poltrona viene addirittura solo prenotata da chi non si preoccupa neanche di scaldarla poi. Allora forse bisogna pensare a nuove strategie per il futuro. Non sono da escludere né un sistema di prenotazione online e né il pagamento di pochi euro per i ticket. Nelle fiere americane o del resto d’Europa in fondo si pagano addirittura venticinque euro per incontrare i propri beniamini. Nell’interesse dei clienti non si consiglia di arrivare a tanto, ma basterebbe giusto una cifra simbolica per selezionare gli interessati dai “rubapoltrona a tradimento” che prenotano gli ingressi all’Auditorium “tanto per”.
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Perché purtroppo lo sappiamo. Il problema è questo: il Napoli Comicon è cresciuto. È sicuramente l’orgoglio della nostra città e “l’atmosfera, come ha osservato Liam Cunningham, è sempre di sorrisi, una vera celebrazione della cultura pop”. Tuttavia con un significativo aumento dei visitatori ha smesso di essere semplicemente un evento di nicchia in cui si riuniscono degli appassionati. Oggi buona parte dei 130mila visitatori sono curiosi, persone che non sanno della distinzione fra la DC e la Marvel, genitori che accompagnano i bambini come a una festa di Carnevale, ragazzi che dei manga giapponesi o di Diabolik non sanno che farsene, giovanissimi che non riconoscono Mary Poppins e Bert o vanitosi che trovano nella fiera un’occasione per mettere in mostra curve e addominali.
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Si stava meglio quando si stava peggio? Quando l’offerta e il tiro generale volava più in basso? No, non vogliamo essere nostalgici. Vogliamo guardare al futuro, ottimisti e convinti che per i prossimi anni il Napoli COMICON abbia ancora tanti assi nella manica con cui sorprenderci in positivo. Ed è anche grazie ai soldini dei curiosi che l’evento può mirare in alto, va detto. Però voltarsi di tanto in tanto al passato, ricordare le edizioni in cui si era “in pochi, ma buoni”… no, non torturiamoci e guardiamo in avanti. Pensiamo piuttosto a come migliorarci per il 2018. Si è appena conclusa ieri una splendida edizione, ma già ci interroghiamo trepidanti attesa della ventura.
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