NAPOLI – Chiudete gli occhi e immaginate per un attimo di giocare a un videogioco da pc in cui Salvini affronta dei nemici chiamati Terroni, Zingarelli o CD-ROM, scagliando contro di loro delle piccole “ruspeh” gialle. Ridete pure magari al pensiero di pilotare un Renzi che lancia denaro con una barra che ne indichi il livello di istigazione al buonissimo oppure personaggi che cerchino Like sui social con il ricorso all’abilità del populismo. Vi piacerebbe?
Beh, sappiate che da oggi non ci sarà più bisogno di fantasticare. Un gioco del genere esiste per davvero. Noi del Napolisera lo abbiamo scoperto per caso in occasione del Napoli COMICON 2017. Stavamo camminando per il padiglione 6 della Mostra d’Oltremare quando la curiosità ci ha attratti verso uno stand tappezzato da poster con il disegno di un noto politico del panorama italiano e il titolo “Call of Salveenee – Alla ricerca dei Marò”. Così abbiamo scoperto il videogioco, fra l’altro anche molto apprezzato dai visitatori che passando per di lì si fermavano con piacere per provare una partita. Non mancano neanche dei simpatici gadget a tema: non solo poster, ma anche bizzarri guanti da cucina ad esempio. A brevettare il game è stato un giovane sviluppatore pisano di 24 anni, Marco Alfieri, che si è rivelato molto disponibile nel rispondere ad alcune nostre domande. Ci ha raccontato un po’ la storia del suo progetto nato già da due anni. Un po’ per noia e un po’ per burla, spiega con ironia, ispirato dal dilagante materiale trash che circola sul web. L’idea è stata poi prodotta come iniziativa indipendente che si autofinanzia esclusivamente con la vendita del gioco reperibile online. Chiaramente il videogioco non ha assolutamente alcun intento degrinatorio ed è apolitico. Non vuole istigare odio nei confronti di nessuno, semmai mitigarlo con il sorriso. Ogni riferimento ai personaggi pubblici – che nel gioco spaziano fino a Berlusconi e a Grillo – ha in sé puramente una forte vena satirica.
Tuttavia ciò che colpisce di questa storia è soprattutto l’esperienza del protagonista. Marco Alfieri infatti ha studiato informatica all’università di Pisa (percorso che il giovane ha definito forse troppo teorico per i suoi gusti), ma anche prima si divertiva a operare modifiche in videogiochi già esistenti semplicemente come hobby, formandosi e acquisendo competenze come autodidatta. Addirittura fin dal 2002, racconta, quando era appena un ragazzino. Prima di “Call of Salveenee” ha infatti sviluppato anche altre applicazioni di cui, connessione e linea sul posto permettendo, ci ha mostrato qualche interessante assaggio. Un lavoro e un percorso alle spalle che hanno richiesto passione, dedizione e laborioso zelo. Insomma, che stessimo attraversando la fase dei cosiddetti “nerd alla riscossa” è un fenomeno positivo e lampante da non pochi anni ormai e Marco Alfieri emerge in questo contesto davvero come un ottimo esempio. Rappresenta uno schiaffo morale a quanti reputano che i videogames siano solo una perdita di tempo e a coloro che affermano che determinino un calo della creatività o che i giovani di oggi non abbiano sogni, voglia di lavorare e capacità di reinventarsi. Questo giovane sviluppatore diventa così anche una sorta di riscatto e in particolar modo alimenta la speranza che in futuro sempre più audaci possano come lui inseguire la propria passione con impegno e determinazione.
Di Valentina Mazzella