Home Cultura REDEMPTION La sacralità della vita negli scatti onirici di SALVINO CAMPOS

REDEMPTION La sacralità della vita negli scatti onirici di SALVINO CAMPOS

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fotografo brasiliano campos

PALAZZO SALUZZO PAESANA – TEATRO PAESANA, TORINO

6 MAGGIO – 4 GIUGNO 2017

Inaugurazione venerdì 5 maggio, ore 18.30

Il lavoro del fotografo brasiliano Salvino Campos viene presentato per la prima volta a Torino in una mostra organizzata dall’Istituto Garuzzo per le Arti Visive – IGAV e curata da Maurizio Siniscalco.

Gli scatti fotografici di “Redemption” raccontano l’entropia e l’incertezza che contrassegnano il mondo di oggi e che condizionano le nostre vite. Un viaggio per immagini in diversi contesti sociali e culturali dove, in bilico tra presa di coscienza della propria condizione personale e desiderio di riscatto, affiora una volontà di “redenzione” che spinge gli uomini alla ricerca di un’esperienza spirituale. Le opere di Campos creano un percorso originale e dalla struttura flessibile, spaziando tra temi e linguaggi diversi: dallo studio di personaggi, a quello di epoche storiche, fino al paesaggio contemporaneo inteso nella sua valenza simbolica, per cui la ripresa fotografica diventa soprattutto una questione di ambienti, spazi ed evocazioni.

In una sequenza di immagini che si articolano come in un film o in un romanzo, Campos ci racconta, attraverso città, paesaggi urbani e sentieri selvaggi, la vita nel suo divenire impulsivo ed endemico, volti e corpi decentrati, in posa o catturati di sorpresa, acconciature tribali e feste religiose, idoli e santi, ovunque e in luoghi disparati. Nelle sue magnetiche immagini si incontrano brani di vita che al di là delle diverse identità culturali e religiose riconducono lo sguardo ai contrasti tra il bianco e il nero con cui l’artista individua la “redenzione” della condizione umana. “Ho lavorato soprattutto sull’antitesi luce, ombra – dice l’artista – mi sono lasciato ispirare dalla luce”. Campos si richiama alla sacralità della vita, al mistero dell’esistenza e dell’universo. Sappiamo che c’è la luce perché c’è il buio, che c’è la gioia perché c’è il dolore, che c’è la pace perché c’è la guerra e dobbiamo sapere che la vita vive di questi contrasti…

“In questo conflitto tra luce e ombra -scrive Mario Franco- sapientemente reso nelle fotografie in bianco e nero, risiede la discordanza tra il sacro e le miserie del mondo, apparenti contraddizioni in un viaggio figurativo tra simboli antichi e icone odierne senza perdere di vista un valore fondamentale: la bellezza.”

Cenni biografici: Salvino Campos nasce in Brasile nel 1970 a Quartel Geral, nello stato di Minas Gerais. Studia a New York presso l’ICP (Centro Internazionale della Fotografia). Nel 2000 Campos si trasferisce a Napoli. La sua personale riflessione si inserisce in ambito postmoderno, in particolar modo per ciò che concerne il rapporto dell’uomo e delle sue tradizioni in un loro mondo globalizzato. In questa nuova dimensione, Campos assume un’etica che accentua la propria cifra stilistica attraverso la definizione di un impegno sociale e umanistico.

 Note sullo spazio espositivo – Ex Teatro di Palazzo Saluzzo Paesana

Il Teatro Paesana nasce a metà del ‘700 negli spazi originariamente concepiti come secondo androne di Palazzo Saluzzo Paesana, in asse con l’ingresso principale del sontuoso edificio posto su via della Consolata e fatto chiudere per disposizione del Re Vittorio Amedeo II pochi anni dopo la costruzione, in quanto la presenza di un doppio ingresso era considerato un privilegio eccessivo.  L’atrio, adattato a teatro e utilizzato per spettacoli popolari e commedie, appare in una pianta della città del 1790 con il nome di Teatro Guglielmone, dal nome di chi ne era proprietario. Presente ancora nella mappa catastale del 1822, il teatro verrà poi chiuso e trasferito in via Principe Amedeo nella sede del Teatro D’Angennes, oggi conosciuto come Teatro Gianduja.

Lo spazio, sopravvissuto alle trasformazioni e ai frazionamenti, in seguito a un lungo periodo di abbandono e usi impropri è ora oggetto di un importante intervento di recupero, volto a restituirne l’originaria vocazione e funzione di pubblico spettacolo, oltre a ricollegarlo al Piano Nobile del Palazzo attraverso l’imponente Cortile d’Onore.

 

 

 

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