Napoli Altra partita giocata al San Paolo, altro pareggio per il Napoli; dopo la modesta Dinamo Kiev, anche il quintultimo Sassuolo strappa un pareggio.
Ma d’altronde difficile pronosticare altri risultati, difficile che da qui a Natale il Napoli riesca a vincere. Difficile anche che riesca a perdere.
Si perché a livello difensivo, gli azzurri hanno una delle migliori difese del campionato, non solo in termini di gol subiti ma soprattutto dal punto di vista dei rischi corsi e delle azioni-gol concesse agli avversari.
Il Napoli rischia pochissimo, e se non fosse per errori individuali, difficilmente subirebbe gol.
Questo è vero senza Albiol, ma ancora più vero con lo spagnolo. Albiol manca da Bergamo, inizio del periodo-no azzurro. E mancava contro il Sassuolo, dopo una breve apparizione contro gli ucraini, unica partita senza gol subiti…
Per questa ottima fase difensiva, oltre alla qualità dei singoli, va dato merito a Sarri.
Sul resto no.
E’vero nel Napoli manca Milik e, più in generale, un centravanti fondamentale affinchè il gioco di Sarri, fatto di sinergie e inserimenti, funzioni. Ma è anche vero che è compito di un allenatore, il cui “attacco” non segna e non crea, provare nuove soluzioni, nuovi moduli o una semplice rotazione dei ruoli.
E’ da tempo che si suggerisce un 4-3-1-2, con Gabbiadini e Callejon punte, o il “sarriano” 4-3-3 con Mertens nel suo ruolo e lo spagnolo punta centrale. Vero si prenderanno dei rischi in termini di equilibrio ma continuare a giocare così ha poco senso.
Sarri in ogni caso non è l’unico colpevole, né lo è l’assenza di Milik. Gli altri elementi del pacchetto avanzato stanno dimostrando che forse a Napoli possono starci come seconde linee.
Insigne sta segnando, fortunosamente, ma non fa più la differenza, sbagliando appoggi facili e non saltando mai l’uomo. Gabbiadini non sarà prima punta, ma sta giocando deconcentrato e svogliato, con appoggi e movimenti quasi sempre errati.
Sul banco degli imputati anche la società. Non si può non prendere un centravanti di riserva col gioco che fa Sarri. Se si è cercato di cedere fino all’ultimo giorno Gabbiadini per Icardi, Kalinic e poi Pavoletti, vuol dire che non si era convinti neanche prima. E allora perché aspettare la fine di agosto?
La perenne incompiutezza di De Laurentiis, la “cocciutaggine” di Sarri, l’assenza di Milik e l’inadeguatezza degli altri attaccanti stanno facendo emergere, anche inconsciamente, un pensiero che mai i napoletani avrebbero voluto fare e che forse mai direbbero a voce alta.
Napoli non si lascia così, e se si lascia non si va di certo “lì”, ma quanto manca Gonzalo Higuain.
di Mario Civitaquale