Napoli – Il Napoli torna a vincere e lo fa su campo ostico, Udine, con i bianconeri rivitalizzati dalla “cura Delneri”.
Torna a vincere in questa città nell’anno in cui vi arriva con meno pretese, attesa la crisi di gioco e risultati e l’assenza di uomini chiave. Vittoria importantissima per il morale e per la classifica.Vittoria in fin dei conti meritata per quanto si è visto in campo.
Ma è una vittoria che a guardare il tabellino senza aver seguito il match appare in parte bugiarda.
Il tabellino recita infatti doppietta di Insigne, ma il napoletano ha dimostrato di non essere più l’uomo decisivo della scorsa stagione. Al di là di un tiro “alla Insigne”, stampatosi sulla traversa, ha faticato a saltare l’uomo ed a trovare la porta.
Oggettivamente i due gol sono più il frutto di errori della difesa friulana.
Il 24 partenopeo è apparso demotivato e poco convinto per tutto il primo tempo; questa doppietta gli serviva per ritrovare, si spera, morale e fiducia.
Guardando proprio la prima frazione di gara, c’era da restare allibiti. Un Napoli incapace di creare azioni offensive, di tirare in porta, di fraseggiare; un Napoli che arrivava facilmente al limite dell’area ma poi tornava indietro e cominciava da capo. Vanamente.
Ecco i limiti di Sarri.
Attenzione la stima per il tecnico e il riconoscimento per quello che ha fatto sinora resta. Ha dato un bel gioco al Napoli, schemi e sinergie ed è in grado di “preparare” le partite con maniacale accuratezza.
Ma sulla lettura del match in corso ha purtroppo mostrato i suoi limiti. Come sulle varianti tattiche.
L’anno scorso è stato ampiamente lodato per aver abbandonato il suo 4-3-1-2 di Empoli per un 4-3-3 più consono alle caratteristiche del Napoli. Ma quest’anno va quantomeno “bacchettato”.
Sarri non è riuscito a trovare la soluzione giusta per sopperire all’assenza di Milik e, più in generale, di un centravanti. Va bene provare Mertens falso nueve, ma sono 4 partite per l’esperimento è fallito.
Così si è perso Milik ed anche Mertens, che si esalta nel partire da sinistra e creare superiorità. Così la squadra non ha profondità e deve rinunciare ai cross in area ed al gioco di sponda.
Perché non giocare con Callejon e Gabbiadini punte in un 4-3-1-2? Perché, se si vuole restare col 4-3-3 non provare con Mertens a sinistra, Gabbiadini a destra e Callejon centrale, così ognuno è in un ruolo già ricoperto in passato? Perché ostinarsi a giocare così?
A Udine si è vinto, ma il primo tempo è roba da matti, con un Napoli incapace ed impotente, che deve ringraziare i “regali” friulani. Il secondo tempo non inganni, Udinese “scoperta” per rimontare e Napoli “a nozze” negli spazi. Ma a difesa avversaria bloccata, gli azzurri non creano nulla.
Non si vuole criticare il Napoli a prescindere, ma analizzare i fatti. Vincere è stato vitale ma Sarri, uomo intelligente e allenatore preparato, sa che sabato gli è anche “girata” bene.
di Mario Civitaquale