Napoli – L’assistenza domiciliare nella città di Napoli è ormai da ritenersi un vero e proprio problema: da troppo tempo poco o nulla è stato fatto per garantire agli “invisibili”, come spesso sono considerate le persone con disabilità, un aiuto “vero” inteso sia in termini di assistenza infermieristica e igienico-sanitaria sia come prestazioni riabilitative. Eppure tali servizi, per cui anche “gli invisibili “pagano le tasse, dovrebbero essere strumenti imprescindibili di una seria politica del welfare; un pilastro di quell’ “azione pratica” del governo e dell’amministrazione comunale che da sempre si dichiara schierata dalla parte dei più deboli.
FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), da anni combatte per la tutela ed il rispetto dei diritti delle persone con disabilità perché chi non per sua scelta è costretto a vivere da “invisibile” spesso deve affrontare forti ostacoli solo per garantirsi il diritto di sopravvivere in un mondo che a stento lo ascolta
In esclusiva per napolisera.it abbiamo chiesto a Daniele Romano, presidente della FISH Campania, di lasciarci alcune dichiarazioni in merito a questa problematica.
Con una grande cordialità e disponibilità a risposto ad alcune delle nostre domande:
«Buongiorno Presidente, che notizie ci sono riguardo all’assistenza domiciliare che il comune dovrebbe garantire?»
«Il prossimo 21 luglio incontreremo l’Assessore Gaeta per discutere proprio delle politiche rivolte alle persone con disabilità che il Comune dovrebbe garantire… Ma che ad oggi invece ci risulta una situazione abbastanza differente nelle varie parti della città».
«Un vostro parere in merito?»
«ll Comune di Napoli per le persone disabili? Solo “annunci e proclami” l’amministrazione comunale deve confrontarsi in primis con i portatori di diritti e non solo con i portatori di interesse (le cooperative). Vogliamo che anche il Comune di Napoli metta in campo politiche che garantiscano dignità ed indipendenza, le ricordo che il Comune ha ratificato la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, quindi dovrebbe applicare ciò che dice il trattato internazionale…»
«Cosa vi augurate per risolvere questa gravosa problematica?»
“Ritornando all’incontro del 21 ci auguriamo di poter confrontarci anche con il Sindaco De Magistris…la legalità si rispetta iniziando a far rispettare i diritti dei cittadini della propria città».
La Convenzione Onu, approvata dall’Assemblea delle Nazioni Unite già dal 2006, indica solo la strada che tutti gli Stati del mondo dovrebbero percorrere per garantire i diritti di tutti i cittadini con disabilità: parliamo di uguaglianza, di integrazione, di inclusione sociale, di “progetto di vita” . Molto resta comunque, nelle mani dei singoli Stati augurandoci che presto gli “invisibili” di sempre possano essere considerati come “persone” incluse nel tessuto sociale e non come” peso sociale”
di Giuseppe Musto