NAPOLI – Quella del Napoli Comicon di quest’anno è stata senza dubbio un’edizione molto curata. Lo staff sembrava aver triplicato i propri componenti rispetto agli anni precedenti, aspetto che ha garantito maggiore ordine e pulizia. La Mostra d’Oltremare infatti non si è mai ridotta a fine giornata nelle condizioni pietose a cui il pubblico degli anni precedenti era stato ormai abituato. Anche i bagni per la prima volta sono stati sempre pulitissimi grazie al personale fisso che è stato predisposto alla loro tenuta di igiene e in un certo senso al controllo di chi faceva uso dei servizi. Unica pecca: buona parte dello staff non era capace di fornire informazioni per orientarsi nella fiera e, sottoposti probabilmente alle eccessive pressione della gente, non mancava alle volte di rispondere con toni sgarbati.
Purtroppo, per cause meteorologiche indipendenti dall’evento, questa del 2016 è stata sicuramente l’edizione più fredda quanto a temperature. È vero che ogni anno si burla sul maltempo che sembra accanirsi sulla sfortunata fiera, ma almeno nell’ultimo lustro non erano state raggiunte ancora temperature così basse da ostacolare addirittura alcuni cosplay dagli abiti un po’ più succinti.
Più l’evento diventa grande e importante e più ovviamente, per ospitare l’esubero di visitatori, il Napoli Comicon necessita di aprire nuovi padiglioni e nuovi spazi all’aperto per accogliere tutti. Si tratta tuttavia di un’arma a doppio taglio perché per far ciò la fiera è diventata forse un po’ troppo dispersiva. Tanto per fare un esempio il palco su cui tradizionalmente si è sempre tenuto il cosplay-contest, assieme ad altre esibizioni, quest’anno era davvero periferico rispetto alla posizione più centrale delle edizioni precedenti che permetteva di raccogliere maggiore pubblico anche fra i passanti nello spiazzato davanti all’Auditorium. Tuttavia a poco sono valsi gli spazi in più quando ha avuto inizio la pioggia e un numero spropositato di persone si è precipitato all’interno creando ingorghi umani fra lacrime, urla, vetrine in pericolo, passeggini in trappola e cattiva educazione senza giustificazione. Forse sarebbe il caso nei prossimi anni di aprire padiglioni anche senza allestimento, ma semplicemente come aree di sosta al coperto in caso di precipitazioni atmosferiche. E se non è troppo anche uno spazio per i pasti al chiuso se il meteo da tempo avvisa cattive previsioni.
Si tratta inoltre sicuramente dell’edizione più stressante per quanto riguarda la distribuzione degli inviti che garantivano l’accesso agli eventi nel Teatro Mediterraneo della Mostra. Se negli anni precedenti le file chilometriche erano la regola solo per l’ingresso del primo giorno, quando si è carichi di entusiasmo e tutto sembra pesare meno, quest’anno si può dire che il Napoli Comicon sia stata una fila continua. Assolutamente corrette le soluzioni di sicurezza adoperate per non far ad esempio accedere più di 800 persone nell’Auditorium dove, in caso di emergenza, altrimenti non sarebbe stata possibile l’evacuazione. Tuttavia le modalità scelte per l’assegnazione dei pass non hanno lasciato vivere la fiera con spensieratezza, costringendo i visitatori a stressanti corse e tempi di attesa indicibili in tutti i quattro giorni. Forse non sarebbe del tutto sbagliato pensare di imitare, a questo punto, le fiere del fumetto all’estero in cui per incontrare un personaggio famoso bisogna pagare all’interno dell’evento un ulteriore ticket. Basterebbe il prezzo simbolico di un biglietto per il cinema per far avvenire una selezione naturale fra chi è veramente interessato e chi invece prende il pass non partecipando all’incontro dopo aver privato qualcun altro della stessa possibilità.
Dal momento in cui negli ultimi due anni è aumentato vertiginosamente anche il numero delle famiglie con bambini che partecipano alla fiera, sarebbe davvero il caso di risolvere questi problemi. Per il resto va detto che, se in origine è nato come evento di nicchia, il Napoli Comicon del 2016 ha visto più visitatori presenti per “guardare”, attirati dalla fama che ormai l’evento ha raggiunto, e meno visitatori che “partecipino” attivamente all’atmosfera della fiera.
Polemiche a parte, è stata una bella edizione, ma crescendo bisogna fare i conti con ciò a cui si va incontro e trovare soluzioni ai problemi anche con un po’ di inventiva.
Di Valentina Mazzella